TARKOVSKIJ & LACAN

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«L’arte in quanto tale è sempre organizzata attorno al vuoto centrale della Cosa impossibile e reale». Un’affermazione schietta, di stampo lacaniano, che conduce S. Zizek a indagare l’intera opera di Andrej Tarkovskij in un libretto denso di concetti filosofici e psicanalitici.

La Cosa, das Ding, proviene sempre dallo spazio profondo e si presenta, nella sua costitutiva imperscrutabilità, come l’irruzione di un Altro indefinibile e irriducibile all’ordine della normalità. A volte aliena, a volte gigantesca e mostruosa animalità, la Cosa si è mostrata, nella storia del cinema, sotto molteplici aspetti. Partendo da King Kong, Moby Dick, Picnic ad Hanging Rock, Deep Impact e Armageddon, Zizek invita il lettore ad arrivare ai temi più interessanti della filmografia tarkovskijana, attraverso lo studio del rapporto tra uomo e donna e all’esame della differenza sostanziale esistente tra femme à postiche e donna materna.

Individuare e analizzare la rappresentazione della Cosa, nella filmografia di Tarkovskij, implica un’indagine comparata dei suoi due capolavori fantascientifici: Solaris (1972) e Stalker (1979). Zizek ravvisa nel pianeta Solaris quel dispositivo che, facendo crollare completamente la distanza simbolica tra la Cosa e la sua rappresentazione, consente al pensiero di entrare, di apparire fenomenicamente, nel Reale permettendo, a sua volta, l’individuazione e la materializzazione del fantasmatico, inteso, da sempre, come presa in carico raffigurante del sogno dell’Altro già da sempre esistente, in un’alterità eccessiva che si avvicina costantemente a noi. Il vero enigma è, per Zizek, l’esistenza di questa Cosa, riportata in vita, attraverso il pianeta-materia, dall’Io, ovvero da un soggetto pensante.

In Stalker, invece, il concetto di Cosa viene interpretato come Zona proibita e invalicabile. All’interno della Zona le leggi fisiche sono stravolte, a causa, probabilmente, di un precedente passaggio alieno. Nel Reale appare un’ulteriore alterità assoluta, quella della Zona proibita in cui potrebbe accadere l’impossibile, ovvero la realizzazione di qualsiasi desiderio. La Zona, nella sua materialità, si dimostra come Pensiero del limite poiché è il limite stesso a donarle il concetto di luogo proibito e inaccessibile all’umano. Per Zizek, la Zona non presenta proprietà virtuose o magiche; è la proibizione stessa, infatti, a conferirle queste proprietà.

Qual’è dunque l’opposizione tra il pianeta Solaris, di fronte al quale si trova la stazione scientifica sulla quale è giunto lo psicologo Kelvin, e la Zona che lo Stalker fa visitare al Professore e allo Scrittore? La risposta di Zizek è articolata: mentre Solaris è la Cosa, fluida materia pensante che sfugge alla rete simbolica per farsi totalmente realtà, la Zona, è quel Vuoto, costituito dalla divisione-proibizione simbolica, che sostiene il desiderio e i tentativi di soddisfarlo. Mentre la Cosa Solaris restituisce sotto forma di reale l’avvento del fantasmatico, la Zona è la possibilità indiretta di soddisfare i propri desideri. In Solaris i desideri si materializzano, in Stalker non riusciamo nemmeno lontanamente a farli avverare.

Infine, ci troviamo di fronte a una riflessione sul sacrificio, tema ricorrente sia in Nostalghia (1983) che in Sacrificio (1986). Zizek nota la differenza tra il sacrificio interpretato come imposizione del Super-io -la posizione di Tarkovskij- e il soggetto che deve sempre resistere al sacrificio inteso come compensazione del senso di colpa –la posizione di Lacan-.

L’incontro con das Ding orripilante, già presente come fondamento nella nostra psiche, si manifesta come la priorità ineludibile della soggettività umana; Tarkovskij e Lacan, nella loro sperimentale affinità elettiva, descritta abilmente da Zizek, insegnano, in maniera assai differente, come rapportarsi alla Cosa e a noi stessi.

TARKOVSKIJ: LA COSA DALLO SPAZIO PROFONDO

di Slavoj Zizek,

traduzione di Damiano Cantone e Lorenzo Chiesa,

edito da Mimesis, Milano-Udine 2011, collana MINIMA/VOLTI.

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Autore

Lorenzo Cascelli

Ho conseguito la Laurea Magistrale in Estetica nel 2012 con una tesi su "The Tree of Life" di T. Malick e "Melancholia" di L. von Trier presso il dipartimento di Filosofia dell'università "La Sapienza" di Roma. Caporedattore prima di Arte e Libri e poi di Cinema presso Pensieri di Cartapesta, da Aprile 2014 sono direttore editoriale di Nucleo Artzine.

1 commento

  1. Avatar
    mariasole il

    “Qual’è dunque l’opposizione tra il pianeta Solaris, di fronte al quale si trova la stazione scientifica sulla quale è giunto lo psicologo Kelvin, e la Zona che lo Stalker fa visitare al Professore e allo Scrittore? ”

    Qual è con l’apostrofo, però, non si può vedere.

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