Sbatti Bellocchio in sesta pagina

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Di Valeria Beggiato

Sbatti Bellocchio in sesta pagina è uscito nel 2012 per la collana Saggine di Donzelli editore. Si tratta di una divertente antologia di critiche cinematografiche, estratte direttamente dai giornali della sinistra extraparlamentare italiana, nel periodo dal 1968 al ’76. A cura di Steve Della Casa e Paolo Manera.

A cura di: Steve Della Casa e Paolo Manera

 Titolo: Sbatti Bellocchio in sesta pagina

 Introduzione di: Marino Sinibaldi

 Editore: Donzelli Editore

 Anno: 2012

‹‹Marco Bellocchio, ha appena presentato un film – Sbatti il mostro in prima pagina – che si poteva e ci poteva risparmiare. […] ›› Così esordisce un articolo anonimo del 1° novembre 1972 di ‹‹Lotta continua››, quotidiano politico di riferimento di una delle maggiori formazioni della sinistra extraparlamentare negli anni subito successivi al ’68.

 Si può facilmente trovare il denominatore comune, o meglio il filo rosso che percorre  le recensioni di questa originale antologia: che il giornale sia ‹‹Lotta continua ››, o ‹‹Il manifesto ››, o ‹‹Vedo rosso››, o un altro ancora, la domanda di fondo e il parametro di valutazione del film è sempre lo stesso: è una pellicola utile alla causa della lotta di classe oppure è un altro prodotto della borghesia e dei valori importati dall’America capitalista?

Dai film di bassa categoria fino ai capolavori di grandi registi, niente di ciò che passava per le sale cinematografiche scampava al giudizio della critica militante: così non solo Bellocchio, ma anche i fratelli Taviani, Petri, Bertolucci, Pasolini e Kubrick vengono rimproverati, con l’accusa di non riflettere adeguatamente la realtà della classe operaia o di celare segretamente i valori borghesi che devono essere invece abbattuti, come ad esempio il dibattutissimo “La classe operaia va in paradiso” di Elio Petri.

 Gli articoli sono per lo più anonimi, ma è possibile riconoscere personaggi di una certa importanza in mezzo a chi scrive, da Umberto Eco che si firma Dedalus sul Manifesto, ad Adriano Sofri e Peppino Ortoleva su Lotta Continua.

Anche se la maggior parte delle recensioni raccolte in questa antologia sono stroncature che  spesso non prendono in considerazione parametri estetici, ma etici/ideologici ( tanto da poter apparire in certi casi assurde al lettore di oggi, come quella di Arancia meccanica e di Barry Lyndon), non mancano riflessioni intelligenti e punti di vista interessanti, che testimoniano una scrupolosa attenzione a ciò che veniva offerto al grande pubblico e la consapevolezza dell’influenza del cinema nell’immaginario comune quotidiano.

 Sbatti Bellocchio in sesta pagina riporta il lettore indietro nel tempo, in quegli anni di fermento politico, di movimenti di massa e di lotte studentesche, ma anche ‹‹anni di celluloide››, dove il cinema giocava un ruolo centrale come strumento di socializzazione e di dibattito.

Proprio attraverso il cinema, o meglio attraverso le recensioni cinematografiche della sinistra extraparlamentare,  Steve Della Casa e Paolo Manera restituiscono, letteralmente, delle pagine  della storia di quel periodo.

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Redazione

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