Berlinale 73 | Mal viver, di João Canijo

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Da qualche parte nell’idilliaca campagna portoghese si trova un albergo pittoresco ma splendido, che fa da sfondo a Bad Living (Mal viver), la prima metà dell’incredibile dittico di João Canijo, in cui l’autore indaga e si interroga su una varietà di temi, che vanno dalla femminilità ai dettagli più intricati che ci rendono umani, e sulla misura in cui questi possono essere erosi nel tempo, soprattutto quando siamo circondati da forze che mettono a rischio la nostra umanità fondamentale.

Queste sono le idee che pulsano in tutto il film, che si rifà a influenze come Ingmar Bergman e Henrik Ibsen nell’esaminare alcuni temi profondamente toccanti, assumendo la forma di un intimo dramma da camera basato sulle quattro donne che gestiscono l’hotel e sulla figlia prodiga che ritorna dopo anni di lontananza dalla madre, che la accoglie a casa, senza rendersi conto che la sua presenza sta per sconvolgere l’equilibrio molto attento che è stato coltivato dai proprietari di questo hotel.

Le relazioni vengono messe in discussione e vengono alla luce segreti profondi che questi personaggi speravano rimanessero nascosti nel passato, portando a una conclusione di struggente bellezza ma profondamente inquietante, che riunisce tutti questi temi sotto forma di uno straziante dramma psicologico basato sulla natura stessa dell’esistenza, filtrata attraverso la prospettiva di individui apparentemente ordinari che vedono le loro delicate vite smantellate dal semplice atto di essere messi di fronte alla realtà, qualcosa che tutti avevano attivamente evitato, ma che sapevano di non poter eludere a lungo.

Il regista ha la capacità di scandagliare le profondità emotive della condizione umana e di attirare l’attenzione sui dettagli più poetici e inquietanti allo stesso tempo lo ha reso uno dei nostri grandi narratori contemporanei, e il cui interesse per vari argomenti è diventato un aspetto determinante della sua identità artistica. Sia per la splendida fotografia che cattura questi ambienti, sia per le sorprendenti interpretazioni di un cast profondamente impegnato, il film risulta notevole.

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