In queste lezioni Roberto Esposito riassume tutta la sua ricerca filosofica, che gira intorno a tre concetti apparentemente semplici: comunità, immunità, biopolitica. La ricerca di Esposito ha inizio con uno spostamento genealogico all’origine del concetto di comunità. In questo modo si cerca di dimostrare come tale idea porti in sé la chiave per sfuggire alla sua deriva impolitica, anche se ciò significa riattraversarne la storia a ritroso, fino al suo etimo latino di communitas e, prima ancora, al termine da cui questo deriva, vale a dire quello di munus.
Esposito da un lato segue il decostruzionismo francese che cerca di elaborare un concetto di comunità che non si fondi sull’identità, dall’altro sposta l’attenzione, all’interno del concetto di comunità, dall’ambito del cum, cioè quell’essere in comune di un’esistenza coincidente con l’esposizione all’alterità proprio sul quale si concentrava l’analisi e di Derrida e di Nancy, a quello del munus, che ha il significato complesso e bivalente di legge e di dono e, più precisamente, di legge del dono unilaterale nei confronti degli altri appartenere. Il che vuol dire che la comunità ha in sé l’esigenza di rinunciare alla sostanza più preziosa, vale a dire alla propria identità individuale, in un processo di progressiva apertura all’altro da sé. Ponendo l’accento sul munus piuttosto che sul cum il concetto di comunità che teorizza Esposito non perde, a differenza di quello dei filosofi francesi, una possibile dimensione politica.
L’altro concetto che la riflessione dell’autore cerca di analizzare è quello di immunità. Il dispositivo dell’immunità, benché necessario alla conservazione della nostra vita, una volta portata al di là di una certa soglia, la costringe in una sorta di gabbia in cui finisce per perdersi non solo la nostra libertà, ma il senso stesso della nostra esistenza. E allora ciò che salvaguarda il corpo – individuale, sociale, politico – è anche ciò che nello stesso tempo ne impedisce lo sviluppo, e che, oltre una certa soglia, rischia di distruggerlo. Nel momento stesso in cui il dispositivo immunitario diviene la sindrome, allo stesso tempo difensiva ed offensiva, la comunità si presenta come il luogo deputato alla resistenza all’eccesso di immunizzazione che ci cattura senza sosta. Se l’immunità tende a racchiudere la nostra esistenza in cerchi, o recinti, non comunicanti fra loro, la comunità, più che un cerchio più grande che li comprende, è il varco che, tagliandone le linee di confine, rimescola l’esperienza umana liberandola dalla sua ossessione assicurativa.
E’ appunto in questo quadro che ritorna a porsi con nuova urgenza la necessità di una biopolitica affermativa; così Esposito giunge ad esaminare il terzo concetto della sua analisi. Si tratterebbe di qualcosa, di un orizzonte di senso all’interno del quale la vita non sarebbe più oggetto, ma in qualche modo soggetto della politica. Si cerca di trovare una modalità per rovesciare i rapporti di forza tra comune ed immune. Per separare, attraverso il comune, la protezione immunitaria dalla distruzione della vita. Per pensare diversamente la funzione di sistemi immunitari, facendone più che barriere escludenti, dei filtri di relazione tra interno ed esterno. E’ in questa direzione che, anche attraverso la categoria di impersonale, la ricerca di Esposito si sta attualmente indirizzando.
COMUNITA’ E BIOPOLITICA. Con CD-ROM file audio formato MP3
Autore, Roberto Esposito
Casa editrice, Mimesis, Milano-Udine 2012
