Alla scoperta di Jackob

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Gianpaolo Marcucci dà vita nel suo primo romanzo ad una storia di crescita e scoperta, in un’interessante alternanza di voce narrante e diario poetico del viaggiatore protagonista.

 

 

Titolo: I viaggi di Jackob

Autore: Gianpaolo Marcucci

Editore: Editing Edizioni /Annulli Editori

Anno I ed. : 2008

Jackob è un giovane ragazzo e vive in riva al mare. Jackob è solo, profondamente solo. Jackob ama le sue finestre più di ogni altra cosa. Si presenta così il protagonista di questo insolito romanzo di formazione. In realtà Jackob ha 44 anni, abita in una casa di campagna che affaccia su un piccolo lago, poco più grande di una pozzanghera, è sposato ed ha due figli. E le finestre che tanto lo affascinano sono quadri appesi alle pareti della sala da pranzo. Per Jackob, però, quello è il mare e gli scenari dei dipinti sono davvero animati.

Il romanzo si sviluppa su un doppio binario: la realtà e l’immaginazione, la vita vissuta e la vita sognata, la verità e la scrittura. Non c’è mai piena coincidenza tra i due, lo scarto si mantiene costante e l’essenza di Jackob trova espressione solo nella finzione, dal primo all’ultimo viaggio.

Jackob inizia a viaggiare a sedici anni, poco dopo la morte di suo padre. L’avvenimento  scatena una forte crisi interiore nel protagonista, che non si riconosce più nella sua famiglia e nella sua casa. Sente che deve allontanarsi da lì per trovare se stesso. Ed è la donna che si affaccia dalla sua finestra preferita in punta di piedi a suggerirgli la strada da seguire: non c’è bisogno di partire per viaggiare, bastano qualche libro, tante immagini e un quadernino sul quale annotare le meraviglie esplorate. Quelle del suo animo.

È questa la condizione più vicina alla natura di Jackob: il viaggio come necessità e come ricerca. La partenza fisica, il distacco dalla sua piccola città per intraprendere gli studi universitari, invece, porteranno Jackob a perdersi, a dimenticarsi, in un lungo oblio privo di sogni e poesie.

Jackob ritroverà se stesso solo tornando a casa e riconoscendo il suo più grande desiderio:  scrivere, dare vita a qualcosa di eterno. Questa decisione lo spingerà a laurearsi in lettere e la sua brillante tesi avrà importanti riconoscimenti accademici. Per Jackob comincia così un periodo bello e sereno: insegnare ai ragazzi è tanto impegnativo quanto stimolante, loro lo comprendono e lo stimano. E poi a scuola c’è Anna, la professoressa di educazione fisica, bella e pura, amica e complice. Intima al punto da diventare sua moglie e madre dei suoi adorati figli. Per la prima volta altri occhi, altrettanto ingenui ed innocenti, riescono a vedere le sue finestre. Sembra finalmente che i due binari si incontrino, che la realtà trattenga la ricchezza dell’essere.

Quando però «l’aracnea tela dell’amore non lo tiene più suo estasiato prigioniero» e «i bambini si separano sempre più dal loro nido», il fiume di Jackob prende inesorabilmente un’altra strada: l’accettazione della solitudine lo porterà a guardare ad essa come a  un dono. Jackob si è perso ancora. O forse non si è mai davvero trovato. Lo attende un altro viaggio, il Viaggio.

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