Zerogrammi | La grammatica delle nuvole

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Photo Manuela Giusto

Photo Manuela Giusto

Festival Eden connect the dots | La grammatica delle nuvole
Progetto, regia e coreografia Stefano Mazzotta
Con Chiara Guglielmi, Chiara Michelini, Stefano Roveda
Drammaturgia Fabio Chiriatti
Voce off Maria Cristina Valentini
Costumi, disegno luci e progetto scenografico Stefano Mazzotta
Produzione Zerogrammi
In collaborazione con Teatro Bismantova, LUFT casa creativa
Con il sostegno di Regione Piemonte, MIBACT
 
Festival Eden connect the dots
26 aprile 2015, ore 19
Teatro dell’Orologio, Roma

La creazione di un linguaggio compositivo innovativo e coerente è un tratto fondamentale della compagnia torinese Zerogrammi, impegnata nella riscoperta della quotidianità e dell’essenzialità delle cose, in un tempo in cui la presunzione concettuale causa a volte disprezzo per la semplicità e la bellezza. La grammatica delle nuvole, una riscrittura di Alice nel paese delle meraviglie di L. Carroll – ideata da Stefano Mazzotta e presentata a Roma in occasione della seconda edizione del Festival Eden connect the dots al Teatro dell’Orologio – è un inno alla meraviglia, all’innocenza fanciullesca e al sogno ad occhi aperti come veicolo per ritrovare nelle piccole cose e nello stare di tutti i giorni la leggerezza di essere e vivere.

I danzatori Chiara Guglielmi, Chiara Michelini e Stefano Roveda entrano così in un anti-luogo dalla dimensione spazio-temporale non denotata, che diventa all’occorrenza un giardino autunnale ricoperto di foglie, un salotto illuminato da una moltitudine di lampadari, una cucina in cui far colazione la mattina con tè e biscotti: un luogo surreale in cui evasione e quotidianità si impastano e scontrano.

Ogni azione crea una dinamica inarrestabile che porta la scena quasi senza consapevolezza e volontà a modificarsi continuamente: vibrano lo scricchiolio delle foglie o il moto dei lampadari, attraversano la scena da una parte all’altra oggetti, scarpe, cappelli e cappotti coinvolti in un loop che spinge lo sviluppo di ogni situazione verso una direzione assurda e paradossale. Un registro di movimento più malinconico e sinuoso si sostituisce senza soluzione intermedia ad un andamento frizzante e ironico, fatto di gesti quasi impercettibili ma precisi, reiterati o lasciati a mezz’aria, restituendo alla poetica del gesto il dualismo tra quotidianità e finzione.

La superficie onirica è plasmata da melodie nostalgiche, ritmi scanditi da orologi, ticchettii di cucchiai e chiavi, parole sussurrate da una voce lontana. La tessitura di suoni è interrotta solo sul finale da un elenco di divieti ferrei che destano dal sogno: il rincorrersi del “Non fare questo, non fare quest’altro!” implode alla fine su se stesso, lasciando dilatare per l’ultima volta l’ambiente sognante fino a spegnersi.

La rappresentazione è un composto fluido di segni gestuali, sonori e visivi che si ricreano in un modo comunicativo unico, mai didascalico, sempre suggestivo ed evocativo. La complessa combinazioni di elementi drammaturgici differenti si consegna al pubblico in modo incredibilmente diretto ed efficace. La grammatica delle nuvole è un linguaggio privo di regole sintattiche ma chiaro e leggibile in ogni suo gesto; non lascia tracce ma riempie luoghi. È la punteggiatura di una pagina bianca, un racconto scritto senza inchiostro.

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Autore

Alice Giuliani

Studia danza e teatro al Dams di Roma Tre; frequenta classi di danza contemporanea, in continua ricerca sempre. alice.giul@gmail.com

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