Xayra-Resilience Blues

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Xayra-Resilience Blues

xayra band

 

Band: Xayra

Album: Resilience Blues

Anno: 2015

Etichetta: autoprodotto

Resilienza, tradotto in forma sostanziale, è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento. È anche sinonimo di elasticità, e in questo caso forse è il termine migliore per spiegare questo disco.

Gli Xayra, che con Resilience Blues sono alla loro prima prova discografica autoprodotta, corrispondono ai nomi di Massimiliano Speri, che oltre alla voce suona anche chitarra, tastiere e armonica, Costantino Ragno, alla seconda chitarra, Gian Mario Bachetti e Italo Ragno rispettivamente al basso e alla batteria. Prodotti da Fabio Grande e da loro stessi nel Gli Artigiani Studio di Roma, col primo che aiuta anche con interventi alle tastiere e synth.

Di Blues nell’album, oltre alla presenza nominale nel titolo, c’è ben poco a conti fatti, ma se consideriamo l’intraducibile corrispettivo della parola in italiano, e cioè lo stato d’animo che rappresenta nell’accezione classica, allora si trova un forte punto di contatto con la musica proposta.

Il Blues è fondamentalmente una condizione malinconica dell’essere umano e le trame sonore degli Xayra sembrano agire nel contesto, tentando di svilupparlo in chiave sonora.

Un alone intimista impregna interamente l’album grazie anche alla voce particolare di Speri, impostata su un simil falsetto, che raramente s’innerva; anche nei rari momenti in cui la musica diventa più corposa. L’album è interamente scritto, arrangiato e suonato dagli Xayra e la coesione tra le parti è abbastanza evidente. C’è un gran lavoro in fase d’arrangiamento e il suono prevalentemente chitarristico mostra soluzioni differenti, e un po’ intricate a tratti, in ogni brano. I testi si adattano bene al tessuto musicale trattando possibili risvolti emotivi nei vari stati d’animo dell’uomo e nelle sue dinamiche sociali, a volte resi in chiave metaforica. È musica che ha bisogno di vari ascolti per essere meglio assorbita e che mantiene lo stesso mood per tutta la sua durata. Dopo un inizio abbastanza classico con la traccia che da il nome all’album, andando avanti con Bipolar Lamnet s’intuisce la creatività dei quattro. L’inizio è vagamente country, con la voce soffusa che entra dopo un po’. A metà brano c’è un bel bridge che sfiora l’hard rock, per poi proseguire con un crescendo che sfuma in accordi sognanti. Tra i brani più eclettici della raccolta. La somiglianza più palese, almeno nelle intenzioni, è con i Wilco deceleranti; periodo Sky Blue Sky per intenderci. Bye, Bye Myself, in questo caso, rende bene l’accostamento, trattandosi di una ballad in uno stile pop simile a quello abbracciato da Mr. Tweedy nelle sue più recenti produzioni. …And The Sacrifice è un intermezzo che inizia con sonorità molto mainstream piano e voce, per poi virare in un acid rock quasi urlato che finisce in dissonanze di piano e chitarre distorte; interessante e forse troppo breve. Anche Uselesse Escape From My Sweet Terrible Nowhere è tra le migliori del lotto: una sorta di country rock, con interessanti arpeggi di chitarra. No Pleasure At All è una ballata notturna che anticipa il finale, con forse il miglior pezzo dell’album: An Endless Aeon…, una mini suite di dieci minuti che parte come una ballad per poi sfociare in un noise strumentale che alza di parecchio i toni, con interventi di chitarra nervosi e una bella tensione che comunque regge per tutto il pezzo. La chiusura è semplice con Looking For An Aeroplane Full Of Hope (complimenti per i titoli), un folk a base di chitarra, voce e armonica.

Di carne al fuoco ce n’è parecchia in questa raccolta, insieme all’elasticità del titolo e alle idee del quartetto romano.

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Autore

Gianluca Marconi

All'età di 6 anni ho scoperto che l'udito sarebbe stato il senso che m'avrebbe pilotato in territori sempre nuovi, in cui le sinapsi restano piacevolmente sconvolte da vibrazioni sonore che mi tengono a galla praticamente da sempre. Non esiste buona o cattiva Musica, ma solo musicisti bravi e musicisti non. Da qui in poi quindi ho iniziato ad ascoltare di tutto.

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