Teatri di Vetro: SPIC & SPAN/N-ESIMO PROGETTO FALLIMENTARE

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SPIC & SPAN

di e con Marco D’Agostin, Francesca Foscarini, Giorgia Nardin
editing musicale e ambienti sonori Tommaso Marchiori

20 maggio 2012, ore 20

Teatro Palladium, Roma

 

N-ESIMO PROGETTO FALLIMENTARE

di e con Maristella Tanzi e Carlo Quartararo
produzione QuaLiBò
progetto vincitore GDʼA Puglia 2011
con il sostegno di Dansystem – PO FESR PUGLIA 2007-13

20 maggio 2012, ore 21,30

Teatro Palladium, Roma

Entrambe le rappresentazioni sono inserite nella rassegna Teatri di Vetro

Due i pezzi, al teatro Palladium, nella serata di domenica 20 maggio, inseriti all’interno dell’annuale appuntamento con la rassegna Teatri di vetro. Diversi tra loro nello stile e nell’intento, sono indubbiamente ben accostati: entrambi provocatori, volti a stimolare la riflessione sulla nostra condizione attuale, il nostro ruolo nella società e, quindi, a renderci consapevoli del nostro stato.

Nella prima performance, Spic & Span, è lampante la plasticità dell’immagine che evoca l’omologazione dei gusti del mondo contemporaneo di cui, ahinoi, siamo tutti schiavi e, prima ancora, vittime. Le pose a chiasmo e i movimenti essenziali richiamano immediatamente a pubblicità di occhiali, di vestiti, di modelli di bellezza che inseguiamo vorticosamente. Su uno sfondo bianco e luci da set pubblicitario, si muovono Giorgia Nardin, Francesca Foscarini, Marco D’Agostin che rappresentano tutti noi e nessuno di noi, schermati dietro occhiali da sole accattivanti e fashion.

Trasportare colorate marionette clonate sul palcoscenico invaso di palloncini, abbinare musica spensierata e frivola a movimenti marziali e frasi ritmiche dalle linee essenziali ma dirette, non può che provocare ilarità tra il pubblico, il quale, divertito, non si trattiene, soprattutto quando assiste all’agonia, portata all’esasperazione, del tracannamento vero e proprio -da parte dei tre giovani interpreti- di litri di Spic & Span, colorato detersivo messo in scena come metafora della nostra civiltà. Accanto all’evergreen rallenty su base tecno, c’è la scelta di cadenzare le sequenze con i ritmi scanditi dai movimenti degli interpreti e dal rumore delle loro scarpe sul pavimento di linoleum.

Futuristico, astratto, veloce ed ironico, il lavoro a tre mani risulta leggero, come del resto lo sono i modelli contemporanei basati sull’estetica. È la bidimensionalità della nostra società che mette in ridicolo noi stessi.

Il pezzo successivo, N-esimo progetto fallimentare, è giocato, dall’inizio fino alla sua originale conclusione, sul confine tra realtà e teatralità. La danzatrice e coreografa Maristella Tanzi e l’assistente tecnico Carlo Quartararo sono i protagonisti della scena e propongono al pubblico del Palladium un’interessante e simpatica rappresentazione della creazione di uno spettacolo di danza, dalla prospettiva dello staff stesso: i costi, le prove, la sala, le luci, i tempi, le rassegne da cercare, i contatti da creare, insomma il mare delle mille e una difficoltà che gli artisti devono affrontare per realizzare la loro opera. Tutto questo senza assolutamente velare l’atmosfera di pesantezza cinica o di dissapore; tutt’altro: la genialità della performance sta proprio nel rendere comico un tema serio e di riuscire a coinvolgere anche gli spettatori. In realtà, affrontare questi ostacoli fa parte del divertimento del mestiere. E questo Qualibò lo sa.

 

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Autore

Audrey Quinto

Mi diletto a tradurre in parole quello che trovo emozionante quando assisto ad uno spettacolo di danza

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