KOHLHAAS
di Marco Baliani, Remo Rostagno
tratto da Michael Kohlhaas di Heinrich Von Kleist
con Marco Baliani
dal 13 al 15 gennaio 2012
Teatro Eutheca – Roma
Qualcuno aveva messo nel recinto del suo cuore un ago con un filo. E aveva cominciato a tirare. Può l’individuo ricomporre la giustizia? Cos’è, in realtà, la giustizia? Queste sono le domande che affiorano dopo aver assistito allo straordinario racconto che Marco Baliani fa della vicenda di Michael Kohlhaas.
E ci scopriamo punti anche noi, non tanto distanti da questo allevatore di cavalli che tanto tempo fa, in terra di Germania, ha subito un’ingiustizia e, non vedendo riconosciute le proprie ragioni, è divenuto brigante. La reazione del singolo a un sopruso subito, la vana attesa di giustizia, quella che pianta nel cuore uno spillo, quale reazione può comportare? Si può arrivare a credere che l’unica giustizia possibile sia quella con la spada in mano?
L’urgenza del racconto ci spiazza con domande che appartengono a ogni tempo.
Lo spettacolo, che da anni porta Marco Baliani a cavallo di una sedia, è un esempio illuminante del miglior teatro di narrazione. Nessuna scenografia, se non quella corporea e verbale, nessuna musica e nessun effetto, se non quello sonoro delle proprie scarpe. Solo una sedia e, sulla sedia, un uomo, vestito di nero, che racconta. Un attimo prima vediamo, lontano, il recinto di un allevatore di cavalli, l’attimo dopo rimaniamo incantati davanti ai soldati schierati, incantati sì, perché è sempre bella la forza quando è sicura di vincere.
Marco Baliani sa stare dentro e fuori il racconto; appartiene a tutti i personaggi e, nello stesso tempo, alla storia; conosce e utilizza il materiale narrativo che ha a disposizione sfruttando tutte le potenzialità che ha la narrazione a teatro. Ma soprattutto, l’attore Baliani si occupa di chi ascolta; evoca tempi, luoghi, uomini in modo che ognuno di noi possa creare il proprio personale flusso di immagini, la propria storia. E così si compie la magia antica del racconto orale.
