ABECEDAR

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Abecedàr è uno spettacolo che prende ispirazione da un’intervista al filosofo francese Gilles Deleuze, durante la quale egli parla di alcune parole-concetto che non hanno alcuna relazione tra loro.                                                                                                                                                                                               Allo stesso modo, in scena, ad ogni lettera dell’alfabeto viene abbinata, con stratagemmi diversi, una parola, seguita da una vignetta, anch’essa differente dalle altre.

Sin dall’inizio, non appena la danzatrice e coreografa Beatrice Magalotti, in abiti e cappello maschili, viene illuminata da un ampio occhio di bue, instaura, in maniera naturale, un forte e diretto legame comunicativo col pubblico.

Dapprima immobile e muta, man mano l’artista acquista movimento sulla voce e sulle parole di Deleuze; trasforma quindi le parole in movimento, e lo amplia. Il frammento di intervista in questione viene ripetuto tante volte quante la coreografia lo richiede, per arrivare ad una completezza e ad una astrazione, lontana dal mimo iniziale. Dalla A alla Z, sfilano 21 modi inaspettatamente e sorprendentemente diversi tra loro di descrivere, rendere e forgiare un concetto. Parole slegate tra loro – come Alzarsi, Buio, Cultura, Desiderio E Frustrazione, Gioia – si susseguono come fossero parte naturale dello stesso Uno. Da bidimensionali, le parole diventano tridimensionali, occupando tutto lo spazio del palcoscenico: le parole sono solo un pretesto per fare qualcosa. Ogni volta che la lente di ingrandimento si posa su una lettera, è come se si entrasse in un piccolo quadro, un angolo di ritaglio, uno scorcio di un qualcosa che fa parte di una realtà più grande e ricorda, senza fronzoli, come la semplicità e la bellezza risiedano nel piccolo.

La compenetrazione armonica della gestualità, del mimo, del movimento, della voce, delle luci e degli oggetti in scena rendono lo spettacolo non solo completo, ma anche variegato, oltre che divertente a sprazzi.                                                                                                                                                                    Ci si rende conto che è, effettivamente, un solo al volgere dello spettacolo, tanto viene utilizzato bene e riempito lo spazio del palcoscenico. La ripetizione dei movimenti e delle sequenze, la tecnica dell’accumulo, i tempi scenici giusti, la qualità del movimento della danzatrice stessa, dall’energia definita e netta, ed infine le transizioni tra una lettera e l’altra, contribuiscono a rendere questo spettacolo uno spettacolo di qualità.

 

ABECEDAR

Coreografia e danza  Beatrice Magalotti

Regia e drammaturgia  Giovanni Magnarelli

23 novembre 2011, ore 21:00 – Teatro Vascello, Roma

 

 

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Autore

Audrey Quinto

Mi diletto a tradurre in parole quello che trovo emozionante quando assisto ad uno spettacolo di danza

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