Ubusettete Antology: Andrea Cosentino

0

All’interno della rassegna Ubusettete-Antology, Andrea Cosentino presenta due spettacoli: L’asino albino e Angelica.

Ubusettete-Antology

Teatro Forsennato / Andrea Cosentino

L’asino albino ore 20,30

Angelica ore 21,30

9 gennaio 2013 – Teatro Argot, Roma

«Una delle figure – ma forse la Figura – più rappresentativa del teatro italiano, forse europeo, forse mondiale. Figura straordinaria di attore e autore, uomo di teatro a tutto tondo (…) Un enfant prodige del teatro italiano, ma anche, data la forte carica provocatoria dei suoi spettacoli, un enfant terrible. Dunque, in estrema sintesi, un prodige terrible».

Così Andrea Cosentino ricorda se stesso in Primi passi sulla luna – divagazioni per uno spettacolo postumo.

La serata all’Argot inizia con L’asino albino. Un girotondo di personaggi prende vita al centro del palco: una vasta gamma di turisti italiani e stranieri in visita all’Asinara. Bastano un berretto, un paio di occhiali da sole o un pupazzo gonfiabile e il gioco è fatto. Voce e postura cambiano e allora si ride di gusto di fronte a parodie che virano al surreale.

I confini circoscritti dello spazio scenico sono anche i limiti dello spazio narrato: un’isola – l’Asinara – in un’isola – la Sardegna -, un’isola al quadrato. Uno spazio chiuso /aperto, tra carcere e spiagge, popolato da macchiette e da un io narrante vigile e critico, che analizza e si analizza costantemente.

La narrazione – o il tentativo delle parole di farsi racconto – si snoda in maniera apparentemente casuale, rimbalzando tra le voci e i corpi dei diversi avventori dell’isola, vorticando verso l’immagine finale: l’apparizione di un asino albino. La comicità surreale si fa poetica di fronte alla straziante, meravigliosa bellezza del creato.

Il tempo di una sigaretta – tempo stimato intorno ai tre minuti e si torna in sala.

La serata prosegue con Angelica. Il Papa, i protagonisti di una soap opera, Pasolini, lo tzunami e una vecchina abruzzese sono costretti all’interno di un’unica narrazione che si crea e si disfa di continuo. L’espediente della storia con la s minuscola che si incontra con la storia con la S maiuscola non basta. Gran parte dell’interesse di Andrea Cosentino è incentrato sulle modalità e gli strumenti del racconto. Le lettere che diventano parole che diventano frasi; i primi piani, i dettagli, i campi lunghi che si fanno cinema – o tv -. Al centro della vicenda c’è la morte da fiction: una morte provata e riprovata, poi resa col montaggio che uccide la vita del piano sequenza per farla diventare testo, racconto.

Andrea Cosentino diventa tutti i suoi personaggi e, manovrando abilmente i pochi oggetti di scena, rende vivo lo spazio, mostrando anche tutto ciò che a volte il teatro nasconde. Con straordinaria abilità manipola la marionetta di Papa Wojtyla, che si arrampica fino allo scheletro di una tv, dove fino a poco prima avevamo assistito divertiti ad una soap fatta di visi, barbie e specchietti retrovisori, tutti mossi dallo stesso grande burattinaio: Andrea Cosentino, un attore e autore che non chiede altro che ricevere tante carezzine.

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Avatar

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi