Teatri di Vetro: PORCO MONDO/PERDERE LA FACCIA

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Biancofango – PORCO MONDO

drammaturgia Francesca Macrì e Andrea Trapani
regia Francesca Macrì
con Aida Talliente e Andrea Trapani
disegno luci Luigi Biondi
produzione Biancofango – La Corte Ospitale – OFFicINa1011 di Triangolo Scaleno Teatro

Un uomo e una donna, di bianco vestiti, mettono a nudo i loro disagi. Non siamo in una casa di cura, ma tra le mura domestiche di una giovane coppia qualsiasi. È la notte di Natale e fuori c’è la neve. “Guarda la porca città”, vomita lui che ne è fra i più degni cittadini. Si alternano le loro storie di perversione e di frustrazione, in un scontro l’una contro l’altro per avere il predominio: per un riscatto che sia anche sociale. La voglia di emergere e di sfogarsi nasce dalla ribellione ai condizionamenti e al giudizio degli altri. “Io vorrei che questa città avesse il collo per poterla strangolare!” si sfoga lei, dopo l’ennesimo tentativo di attirare l’attenzione, rendendosi ridicola. Tutto questo si ripercuote sulla loro vita di coppia: “ti pesano gli occhi che non riesci più a guardarmi?”, in una dinamica di finzione e di solitudine che li allontana sempre più, pur rimanendo insieme.

La sceneggiatura di Porco Mondo, ottima come l’interpretazione della compagnia Biancofango, consente allo spettatore di immergersi e poi di prendere progressivamente le distanze da questo spaccato di trita disperazione, mettendolo in discussione e dando molto da pensare.

Menoventi/DanieleCiprì – PERDERE LA FACCIA

regia Daniele Ciprì
con Consuelo Battiston, Alessandro Miele, Rita Felicetti
soggetto e sceneggiatura Consuelo Battiston, Gianni Farina, Alessandro Miele
fotografia Daniele Ciprì
montaggio Gianni Farina

Il biglietto, caduto a una ragazza e trovato per caso dalla compagnia Menoventi, è l’evento da cui nasce lo spettacolo e a cui esso gira intorno meccanicamente:

Confessione e bugia sono la stessa cosa. Per poter confessare si mente. Ciò che si è non lo si può esprimere, appunto perché lo si è. Non si può confessare se non ciò che non siamo: la menzogna.

Queste parole danno vita alla performance Perdere la faccia in cui il teatro si lega concettualmente al cinema, tramite il misterioso corto di un regista fuori-scena. I due attori presentano il corto infinite volte. Sono degli automi in uno schema prestabilito, rotto dall’incursione dell’assistente pasticciona che desta le risate del pubblico. Per un attimo, lei sul palco e gli attori seduti in platea, si invertono i ruoli e la linea di demarcazione tra realtà e finzione non è più così netta.

In un continuo coinvolgimento del pubblico, si crea un cortocircuito della messa in scena che, a forza di essere riprodotta, non riesce mai ad essere la stessa. Rappresentazione e realtà si incrociano di continuo, come le braccia di attori e assistente. In questo incrocio, si perde tutto: dignità, naturalezza, convinzione, persino l’identità, nel non  riuscire a fermarsi neanche per festeggiare il proprio compleanno. Persino dopo l’inevitabile errore della torta in faccia, l’attrice continua da sola, identica, meccanica: “Signori e signore, Perdere la faccia!”.

TEATRI DI VETRO VI ed. (dal 17 al 25 maggio 2012)

18 maggio 2012 – Teatro Palladium, Roma

20.30 biancofango PORCO MONDO
21.45 menoventi/daniele ciprì PERDERE LA FACCIA

Per gli altri eventi del festival consultare: programma Teatri di Vetro

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Autore

Ludovica Marinucci

Project Manager di Nucleo, mi occupo delle partnership e della promozione del nostro progetto editoriale. Scrivetemi a progetto@nucleoartzine.com

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