IMMAGINI DALL'UMANITÀ: HENRI CARTIER-BRESSON

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Per la mostra Henri Cartier-Bresson. Immagini e Parole sono stati selezionati quarantaquattro scatti, ciascuno dei quali accompagnato da un commento ispirato dall’immagine specifica o dall’opera complessiva del fotografo.

Henri Cartier-Bresson è nato nel 1908 ed è morto nel 2004. Muovendosi tra gli uomini ha percorso la storia; lo ha fatto per novantasei anni.

Le immagini cui si riferisce il titolo dell’esposizione sono sì quelle scattate da Cartier-Bresson nel corso della sua vita, ma sono anche, e soprattutto, le immagini di circa un secolo di alterne vicende, dei loro personaggi e degli scenari che le hanno ospitate.

Nelle opere presentate, però, la Storia viene bloccata in frammenti che paiono mostrare non il particolare avvenimento, ma il senso di ciò che la storia è sempre stata.

Le immagini sono i ricordi comuni degli esseri umani, al di là del tempo e del luogo in cui realmente essi vivono; la temporalità e la spazialità delle singole fotografie rimandano a un senza-tempo e un senza-spazio originari che rendono le immagini antichissime e, al contempo, presenti (Srinagar, Kashmir, 1948).

Da questo potrebbe sembrare che derivi confusione, o voglia di fuga dall’oggi, tuttavia anche laddove alcune immagini si fanno lievi, divenendo effettivamente espressioni di un sogno (Barrio Chino, Barcellona, Spagna, 1933), altre riconducono a una concretezza fatta di carne, di forza e di rassegnazione (Messico, 1934, Donna con bambino). La a-temporalità non è dunque a-storicità, quanto piuttosto l’arresto, con lo scatto meccanico di una Leica, con uno strumento – e cosa di più umano? -, di ciò che gli uomini continuamente costruiscono per e nella loro storia e che tentano poi di superare (Berlino, 1962, Tre uomini davanti al muro di Berlino).

Le opere e i caratteri dell’uomo vengono imprigionati dal rullino, mentre sulla carta vengono impressi anche quei moti interiori che rendono il flusso complessivo degli eventi non sempre esattamente definibile. Le passioni (Messico, 1934, Donne abbracciate), le diverse espressioni del senso del sacro (Messa di mezzanotte a Scanno, 1933; Tennessee, USA, 1947), la bellezza (Mensa degli operai. Hotel Metropol, Mosca, 1954) contribuiscono così a comporre un’immagine generale dei percorsi dell’umanità.

Da questa immagine generale, in cui nulla è artificioso, un qualche giudice impassibile, oppure l’uomo stesso, potrà forse essere aiutato a comprendere ciò che gli esseri umani, nel loro tempo, sono e sono stati (Dessau, 1945, In un campo di deportati una donna riconosce la spia della Gestapo che l’aveva denunciata). 

HENRI CARTIER-BRESSON. IMMAGINI E PAROLE

Palazzo Incontro, via dei Prefetti 22, Roma, 20 gennaio – 06 maggio 2012

a cura di Contrasto e Magnum Photos

Promotore Provincia di Roma – Progetto ABC

Foto Henri Cartier-Bresson Srinagar, Kashmir, 1948, Henri Cartier-Bresson Foundation, MAGNUM photos.

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Autore

Roberta Astolfi

Convinta che i linguaggi siano una chiave per la comprensione del mondo, cerco di conciliare l'interesse per per le problematiche politico-sociali dell'attualità con la passione per le creazioni fantastiche. Laureata in Filosofia Politica, con basi di Filosofia del Linguaggio, affronto gli aspetti teorici e pratici di entrambe attraverso un dottorato di ricerca in Filosofia del Diritto.

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