IlMatteo: EP presunte attitudini

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Quel paroliere de IlMatteo ne ha di cose da dire. Fortuna sua riesce anche a dirle nel modo giusto, molto eclettico direi. presunte attitudini è il suo primo EP. Quattro brani e una sorpresa finale di nome Valentina Lupi.

 

Artista: IlMatteo

Genere: cantautorale

EP: presunte attitudini (2013)

Etichetta: autoprodotto

Info: IlMatteo e Àlea 

Ascolta: EP presunte attitudini

Sceneggiatore, cantautore, poeta. Parole, molte e belle; intuizioni, felici.

Vincitore del premio della critica al Festival dei Castelli Romani con cumuli di polvere, brano che apre il suo primo EP, uscito il 12 aprile scorso, IlMatteo si diletta in un cantautorato con influenze folk, dalle melodie dolci e amare, puntigliose e riflessive, anzi che fanno proprio riflettere. Il saper scrivere non è da tutti, e di esempi di testi vuoti nella musica di oggi ne potremmo fare a dozzine.

presunte attitudini invece è pregno di tutte quelle situazioni che fanno spesso pensare, nelle quali ognuno di noi si può ritrovare. Sono pensieri semplici, messi su carta e nelle orecchie molto sapientemente. Questo ragazzo sa trasmette bene le sue emozioni, quasi come se la sua musica fosse una di quelle valvole di sfogo, di sicurezza, quelle che sanno mantenere i livelli in equilibrio.

cumuli di polvere, vaga e minimale, foglie di te e la capricciosa strada degli aranci, queste le quattro storie del nostro cantautore, nate da chitarra e voce e trasformate in tracce audio con la collaborazione di altri musicisti, alcuni dei quali lo accompagnano anche nei suoi live, resi più rock e ancora più trasmissivi.

È sicuramente un musicista indipendente e emergente, da ascoltare con molta attenzione, da seguire.

La nostra redazione lo ha contattato per una breve intervista. Breve perché con personaggi del genere bisogna mettere un limite alle parole, credetemi. I fiumi in piena bisogna saperli gestire.

Andrea Palazzi/ Artisticamente parlando, nasci come sceneggiatore. Quanta e quale differenza passa tra il comporre una canzone e scrivere una sceneggiatura? Immagino che per te una canzone possa essere una storia. Una storia con la colonna sonora magari. Il tuo EP quindi potrebbe essere considerato un racconto ad esempio, ogni “traccia” un capitolo.

IlMatteo/ Per scrivere una sceneggiatura bisogna attenersi a dei canoni che, in pratica, sono ancora quelli fissati da Aristotele nella sua Poetica. Il pubblico ne ha bisogno, altrimenti perde il filo, si annoia e si perde. La canzone è una forma espressiva molto più giovane e molto più libera, puoi sperimentare quello che vuoi senza dover rendere conto a nessuno. Nella sua rapidità è quella che più si adatta ai tempi frenetici e distratti che viviamo: in tre/quattro minuti puoi condensare una quantità impressionante di cose, ed è un peccato che spesso ci si riduca a incastrarsi nelle stesse tematiche e nelle stesse strutture strofa/strofa/ritornello/strofa/bridge/ritornello.
La mia formazione letteraria mi fa approcciare alla musica – da sempre il mio amore non corrisposto – con un’ottica che da una parte mi fa scontrare con la diffidenza dei musicisti e dall’altra mi consente di arrivare a cercare soluzioni senza preconcetti. La priorità è la necessità narrativa, quello che serve per arrivare dalla mia mente a quella di chi mi ascolta. Un’altra cosa che mi deriva dallo sceneggiare è la ricerca dell’organicità; cerco di scrivere dei pezzi da prendere nella loro interezza, pieni di indizi che vanno a comporre un puzzle. Magari una chiave di lettura lasciata alla fine di un brano consente di riascoltare la canzone con una consapevolezza nuova, così da rinnovarne completamente il sapore.

AP/ La prospettiva. Il diverso punto di vista. IlMatteo da che punto guarda la scena musicale italiana? E soprattutto dove arriva il tuo occhio, la tua ambizione, la tua voglia di trasmettere?

IM/ Il titolo del mio EP, presunte attitudini, la dice lunga. Nell’era di internet siamo tutti artisti, tutti attori, tutti scrittori, tutti fotografi, tutti musicisti. Tutti sgomitano per farsi notare in mezzo al rumore che ci circonda. Ma poi qual è il metro per misurare davvero il nostro talento, le nostre capacità, le nostre attitudini? I “mi piace” su facebook? Le visualizzazioni su youtube?

Io nell’Arte ho sempre cercato qualcosa che mi aiutasse a decifrare i miei giorni, a viverli nel modo migliore. Di conseguenza ho imparato ad esorcizzare le difficoltà attraverso la creatività, le intemperie che diventano energia. Scrivo per terapia, per bisogno, e cumuli di polvere parla proprio di questo. Non è detto che la musica mi porti da qualche parte, probabilmente non mi farà diventare ricco e famoso. Ma quando si scrive per necessità, e non per esibire se stessi, questi sono fattori ininfluenti. Si procede comunque ostinati, perché ci si rende conto che ciò che creiamo non è quello che si fa, è quello che si è. Ci piaccia o meno. E allora ecco che le nostre attitudini, probabilmente, resteranno presunte; ma noi continueremo ad essere noi stessi e, in giorni come questi, non è una cosa da poco.

«Non ci servono le lauree, non ci servono i contanti» IlMatteo.

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

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