I Vivi, i Morti e gli Altri

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Claudio Vergnani, scrittore e giornalista, nel suo nuovo romanzo I Vivi, i Morti e gli Altri edito da Gargoyle nel marzo 2013, ci racconta un’incredibile storia in cui si incontrano leggenda e realtà. L’Italia, dove si svolgono le avventure dell’ex militare Oprandi, non solo è il luogo di corruzione e di crisi economica, ma è anche il terreno fertile dal quale i Morti tornano a battere le strade in cerca dei Vivi, e gli Altri si perdono in una sorta di “via di mezzo” tra gli uni e gli altri senza essere né vivi né morti.

Titolo: I Vivi, i Morti e gli Altri

Autore: Claudio Vergnani

Editore: Gargoyle Books

Anno I ed.: 2013

I Vivi, i Morti e gli Altri testimonia il solido legame che l’autore ha costruito tra la realtà di un’Italia segnata dalla crisi economica e parallelamente dalla rottura con i valori morali, politici, umani, e la leggenda di zombi che tornano dall’oltretomba per disintegrare quel poco che è rimasto in un paese in degrado.

Il protagonista del romanzo, l’ex militare Oprandi, stringe un patto con una ricca donna: la signorina Ursini gli chiede di recuperare suo padre nella cappella di famiglia, per donargli la morte eterna, quella vera, definitiva; perché in questo mondo di corruzione e stenti neanche la morte è una certezza. Si muore e si torna in veste di qualcuno, o forse qualcosa, che non ha più nulla di umano; si torna come zombi, come morti che camminano, si cibano di Vivi e basta un morso per contagiarsi. Oprandi accetta di recuperare lo zombi Ursini a condizione che poi la figlia lo porti in salvo in Svizzera. L’operazione sembra disperata sin dall’inizio.

In pochissimi giorni Oprandi passa dal vedere qualche zombi al cercare qualche uomo.  L’alcol, come costante compagno di viaggio, sembra addolcirgli i nervi. Lillo gli dimostra cosa sia un amico; Marta è un fulmine a ciel sereno, quando non si può contare più su quelli che si credono i propri simili, una minuscola luce di speranza sembra un enorme faro in piena notte. Bibi, una bimba tutto pepe che gli fa sperimentare il ruolo di padre, lo conquista in un attimo, almeno per un po’ di tempo. E con lo zombi-dottor-Ursini, assurdamente instaura qualcosa, un rapporto di stima forse; Oprandi ha scortato l’inquietante pericolo per l’umanità come fosse il carico d’oro più grande al mondo, senza mai un ripensamento. Ma è Jas che fa di Oprandi un Vivo. Jas è una giovane ragazza, coraggiosa e disinibita; sin dal loro primo incontro nasce un’intesa particolare, che lo porterà alla sua scelta. In fondo si tratta sempre di scelte, di scegliere chi siamo, cosa vogliamo e dove andiamo.  “Mi guardò. «Te lo sei chiesto, cosa sei? Cosa sei ora, intendo. Prima non conta. Prima era una sala d’aspetto.»

«All’inizio erano i Vivi e i Morti. […] I morti […] Sono il Male, la negazione della Natura, il passo falso dell’evoluzione, l’obbrobrio. […] Ma poi ho veduto altre cose. […] Gli Altri. […] La vera minaccia, […] Ci sono sempre stati, […] non hanno il proprio tribunale morale all’interno del loro cuore. […] Quelli che mettono una mano sul cuore ascoltando l’inno nazionale, ma poi evadono le tasse. […] Quelli che, se un terremoto devasta la regione vicina, tirano un sospiro di sollievo perché non è capitato a loro. […] Non sono né Vivi, né Morti. Solo Altri.». Ecco le parole di un motociclista che fanno scattare una molla nell’intimo di Oprandi: i suoi pensieri acquistano un senso, sa cosa deve fare ora, sa chi è e dove deve andare.

Non è facile orientarsi in un mondo che fa prima ad escludere che ad includere, a scegliere una via di mezzo piuttosto che una o l’altra via, ad accontentarsi di trovare un compromesso, ad adagiarsi sulle forze altrui, a rassegnarsi a ciò che accade, ad assistere passivamente ad eventi che ogni uomo potrebbe cambiare se solo lo volesse; in un posto in cui il riprovevole moralmente è diventato normale, perché è più facile accettarlo che affrontarlo, perché fa paura scontrarsi con una massa di zombi che non s’arresta, divora, contagia e massacra, perché uscire fuori dal coro fa sì che quella voce sia diversa, notata da tutti, sceglie di non massificarsi, ma non per questo è un errore, è il solista che esalta la melodia corale; è come una guida, un leader o una speranza.

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Autore

Cristiana De Santis

«Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciare dall’inizio. Mi sono convinto che bisogna sempre contare solo su se stessi e sulle proprie forze; non attendersi niente da nessuno e quindi non procurarsi delusioni. Che occorre proporsi di fare solo ciò che si sa e si può fare e andare avanti per la propria via. La mia posizione morale è ottima: chi mi crede un satanasso, chi mi crede quasi un santo. Io non voglio fare né il martire né l’eroe. Credo di essere semplicemente un uomo medio, che ha le sue convinzioni profonde, e che non le baratta per niente al mondo». Antonio Gramsci, Lettere dal carcere.

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