Franca Valeri: Non tutto è risolto

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L’ultima commedia scritta e interpretata dall’inesausta Franca Valeri in scena all’Eliseo dal 23 aprile al 5 maggio con la regia di Giuseppe Marini.

Non tutto è risolto

regia: Giuseppe Marini
autrice: Franca Valeri
con: Franca Valeri, Licia Maglietta, Urbano Barberini, Gabriella Franchini
scene: Alessandro Chiti
costumi: Mariano Tufano
produzione: Società per attori

Dal 23 aprile al 5 maggio – Teatro Eliseo, Roma

Non si può negare che nell’andare a vedere uno spettacolo con Franca Valeri si è spinti, oltre che dal rispetto e dall’ammirazione per un’attrice che ha fatto la storia del teatro italiano, anche dalla curiosità di sapere come una signora novantenne riesca a sostenere uno spettacolo di quasi due ore. Ebbene dalle prime battute all’apertura del sipario già si intravedono in un corpo, inevitabilmente indebolito dal tempo, la mente  e lo spirito frizzanti e vivaci della Valeri sia autrice che attrice.

La commedia sembra ispirarsi alla sua lunga e movimentata esistenza, ma di autobiografico non c’è quasi nulla –  afferma la stessa Valeri – , se non il fatto che sia lei a scrivere, con la sua cultura, coi modi di parlare che ha ascoltato, con le abitudini del mondo e delle donne che ha man mano avuto davanti.  La protagonista che si è egoisticamente aggiudicatala Valeri è Matilde – o almeno questo dovrebbe essere il suo nome – una bisbetica signora che, accompagnata dalla sua segretaria, giunge in una vecchia casa abbandonata,  convinta di averla, un tempo, abitata. Qui comincia a raccontare alcuni dei suoi tanti viaggi a un’enorme stufa di maiolica la cui accensione, continuamente rimandata, sarà il filo rosso, in stile beckettiano, della commedia. Non c’è una vera e propria trama: la scena è affidata alla parola, ironica e tagliente. Una vivacità in netto contrasto con la decadenza della carta da parati annerita e scollata della vecchia casa in cui, si scoprirà, vive un cinquantenne che sostiene di essere il figlio di Matilde. Ai tre si aggiunge anche una cameriera appena assunta proprio per l’impellente necessità di accendere la stufa.

Nei dialoghi, costruiti su scambi di battute veloci ironiche e schiette, c’è freschezza di pensiero e un susseguirsi di massime sulla vita. Appare chiaro come la contessa ripercorra la sua esistenza operando una selezione e una rielaborazione dei ricordi: d’altro canto «la vita non è abbastanza interessante per essere ricordata». Lo spirito della Valeri sembra suggerire una filosofia secondo cui è necessario tradire i propri ricordi per sopravvivere all’inesorabile tempo che corre via e per inventarsi ogni giorno nuovi obbiettivi senza pensare alle immediate scadenze. Licia Maglietta, Urbano Barberini, e Gabriella Franchini diretti da Giuseppe Marini sono in perfetta sintonia sulla scena e sostengono il testo con la dovuta ironia e intelligenza.

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