Bartolini/Baronio | Carmen che non vede l’ora

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Foto Mat 3
Drammaturgia Tamara Bartolini
sonorizzazioni, canzoni, musiche originali Michele Baronio
canzoni originali Lucilla Galeazzi
suono Michele Boreggi
disegno luci Davood Kheradmand
regiaTamara Bartolini, Michele Baronio
produzione Bartolini/Baronio | 369gradi | Sycamore T Company
co-produzione | Residenza Carozzerie | n.o.t
produzione prima fase del progetto Ass. Cantalavita/Lucilla Galeazzi
Grazie a Carmen M. per la sua storia
 
8 Ottobre, Carrozzerie| n.o.t, Roma

 

Prima di esser una donna nel cui sangue scorre il seme della libertà, Carmen è ancora una bambina, trasportata in un sud bigotto che le sta stretto e che apprende le sue variegate origini da delle fotografie e dai racconti tramandati di generazione in generazione. Un intero secolo di guerre, di terrorismo, di crisi e di benessere attraversano il suo racconto, in cui vicende personali, intime e fragili, si inseriscono in un contesto storico di grande rilevanza emotiva, che attraversa l’Italia da nord a sud.

Carmen è una donna incontrata da Tamara Bartolini e Michele Baronio in un laboratorio teatrale, una donna che ha affidato la sua vita e le sue narrazioni nelle mani dei due registi e interpreti per renderle materiale scenico, drammaturgia, musica e poesia.

I due registi, forti di un sodalizio artistico che li lega da tanti anni, non potevano che ricamare con la loro vena poetica e delicata, ma allo stesso tempo ricercata e di avanguardia, la storia della loro beniamina, corredandola di artifici scenici eleganti e creativi. Ci sono le canzoni, scritte, cantate e suonate dallo stesso Baronio, che si rifanno ai temi del passato, degli anni ‘50 e ‘70, delle canzoni napoletane. C’è l’interno di una casa con il suo divano, il giradischi e i 45 giri sparsi per terra con le loro copertine vintage, ci sono le foto in bianco e nero proiettate sulla parete di fondo attraverso una telecamera posizionata dall’alto e i filmati.

Carmen nelle parole della Bartolini, che entra ed esce dal personaggio attraverso l’infantile «facciamo finta che», è l’icona di una lotta alla società patriarcale, che nel suo caso è rappresentata non da un uomo bensì dalla nonna capofamiglia autoritaria e fagocitante. Carmen è la metafora della ribellione alle convinzioni farcite di religiosità di un sud che imponeva e che lasciava correre le meschinità di un matrimonio combinato e le violenze psicologiche e fisiche. La sua lotta è il riscatto di tante donne, costrette alle apparenze, a vivere di non amore, a lavorare soggiogate dai poteri forti in un periodo senza regole in cui era difficile divincolarsi dalle maglie strette e soffocanti della società. Ma è anche la storia di un’Italia che cambiava volto, attraversata da scioperi, ribellioni, stragi, in una Roma culturalmente viva e stimolante.

Carmen nelle voci di Bartolini e Baronio, parla un po’ di tutti e a tutti, parla di emozioni e di nostalgia e commuove sommessamente e dolcemente perché alla fine, dopo tante battaglie, la sua guerra la vince diventando di nuovo “matrimoniabile” .

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Autore

Valeria Loprieno

Caporedattrice della sezione Danza e Teatro. Danzatrice, coreografa e insegnante di danza. Laureata con il massimo dei voti, in Lettere con indirizzo discipline dello spettacolo alla Sapienza di Roma. Scrivetemi a teatro@nucleoartzine.com

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