Bruno Beltrão, Grupo de Rua | H3

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H3direzione artistica e coreografia Bruno Beltrão
con Bruno Duarte, Joseph Antonio, Luiz Carlos Gadelha, Olye Souza, Ronielson Araujo, Thiago Lacerda, Thiago Almeida, Samuel Lima, Eduardo Hermanson
musica Lucas Marcier, Rodrigo Marçal – ARPX
luci Renato Machado
art direction Gualter Pupo
costumi Marcelo Sommer
drammaturgia Rodrigo Bernardi 
 
23 giugno 2014, ore 21
Festival Internazionale di Villa Adriana

È con piacevole sorpresa che le suggestive rovine di Villa Adriana incorniciano lo spettacolo della compagnia brasiliana Grupo de Rua, riportandolo da dove proviene: la strada.Infatti il coreografo di Niterói Bruno Beltrão, quando ha creato H3 nel 2008, ha fuso il linguaggio dell’hip hop e della street dance con quello tipico della danza contemporanea, creando interessanti spunti a livello di utilizzo dello spazio e d’interazione dei corpi.

H3 si sviluppa per una durata di circa un’ora, della quale i primi trenta minuti su una colonna sonora prossima al silenzio: suoni lontani di macchine, clacson, un sottofondo di strada intervallato dal silenzio vero e proprio. In perfetto timing con lo spettacolo sfila anche un elicottero sopra villa Adriana, neanche a farlo a posta.

I danzatori, tutti giovanissimi, si presentano con sequenze di locking e popping in coppie e trii, fino ad allargarsi a diventare una vera e propria comitiva. Con le loro scarpe di gomma da skaters che sul linoleum stridono, e con le loro emissioni di aria, i loro fiati, mostrano agli spettatori cosa fa e come vive una gang di strada.

La prima parte è dunque una lunga immedesimazione nell’atmosfera della strada: il ritmo e i suoni che la vivono, e, come un calco della realtà, le quinte sono ovviamente in scena, tra le impalcature.

La seconda parte, senza dubbio più interessante, comunicativa e dinamica della prima, è caratterizzata da ripetute corse vorticose all’indietro profuse a più non posso, nelle quali i corpi così diversi dei danzatori sfidano la forza centrifuga e quella centripeta e sfruttano la forza di gravità per esibirsi in virtuosismi che lasciano sempre a bocca aperta. Grazie alla tanto attesa musica e agli immancabili tamburi, il senso d’insieme è ripristinato e, insieme alle magliette colorate dei ragazzi, la dinamicità del pezzo è esaltata.

Il ritmo dell’intero spettacolo è singhiozzato e sembra non si arrivi mai ad un momento di spannung, è comunque ottimo l’ascolto tra i diversi danzatori e i loro corpi, da rendere perfetti tutti i passaggi e le transizioni.

Gli applausi si sprecano al termine dello spettacolo su una sessione improvvisata di free style, come d’altronde prevede l’etichetta.

 

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Autore

Audrey Quinto

Mi diletto a tradurre in parole quello che trovo emozionante quando assisto ad uno spettacolo di danza

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