ArteScienza: Ri-percussioni

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Impulso – stupore di musica: titolo e sottotitolo del festival ArteScienza, manifestazione internazionale di arte e cultura contemporanea, organizzata dal CRM di Roma. Iniziata giovedì 20, la manifestazione durerà fino al 6 luglio. Secondo appuntamento presso l’Accademia Filarmonica Romana con Ri-percussioni, performance di Philippe Spiesser, concerto incluso anche nel contesto del festival Suona Francese.

 

Ri-percussioni

Performance di Philippe Spiesser per percussioni ed elettronica

Artisti:

James Dashow, Daniel Teruggi, Bruno Mantovani, Steve Reich – Musiche

Philippe Spiesser – Interprete

Dove: Accademia Filarmonica Romana – Giardini

Quando: 24 giugno 2013

Info:

Artescienza

CRM

Ascolta:

Canale youtube del CRM

L’indagine sulla dimensione spaziale ha assunto un ruolo rilevante, a volte preponderante, nell’ambito della creazione musicale elettroacustica. Una musica che utilizza come suo intermediario necessario l’altoparlante può sfruttare le possibilità che una diffusione del suono controllata può offrire: è possibile, ad esempio, ricreare in sede compositiva un determinato spazio in cui far vivere i suoni e, magari, farlo fondere con alti spazi fittizi ed, infine, fondere il tutto con il reale spazio d’ascolto, quello in cui anche il pubblico è finalmente coinvolto e, anche lì, giocare con le sorgenti sonore, facendole muovere, avvicinare, allontanare.

Grazie a nuove tecnologie e ricerche in diversi campi il compositore può oggi trattare lo spazio come un ulteriore campo di indagine musicale. Secondo Denis Smalley, musicista e docente presso School of Arts and Social Sciences di Londra, “il tempo (n.d.r.:dimensione da sempre posta come principale nella nostra concezione musicale) può essere posto al servizio dello spazio piuttosto che il contrario. Il tempo diventa spazio”. È un’affermazione che ricorda un po’ le diatribe primo-barocche fra stile antico, nel quale i testi erano dominati dalla musica, e stile moderno, nel quale erano proprio i testi a primeggiare sulla musica; per carità, i contesti sono molto diversi, ma il confronto non è azzardato: le due questioni pongono punti di vista alternativi su pratiche musicali in evoluzione.

Le ricerche in campo acustico, psicoacustico, elettronico, si susseguono e si integrano da decenni, conducendo ad una variegata gamma di metodi per la diffusione e la scultura del suono. Il CRM (Centro Ricerche Musicali di Roma), in questo campo, non è da meno e, di fianco alle ricerche condotte nella realizzazione di innovativi strumenti per la produzione del suono (vedi, fra gli altri, Feed-Drum e SkinActs), ha realizzato sistemi per la riproduzione e diffusione sonora. Fra questi troviamo quelli utilizzati nel concerto di martedì sera, tenutosi presso i giardini dell’accademia Filarmonica Romana: gli Olofoni, costituiti da una parabola sul cui fuoco è posto un altoparlante che, rivolto verso di essa, proietta i suoni da diffondere.

Ai lati del palco erano posti dodici Olofoni, sei da un lato e sei dall’altro. Il pubblico era coinvolto in un ascolto letteralmente immersivo. La definizione di ogni particolare sonoro era altissima e si aveva la sensazione di essere veramente sommersi dai suoni. Allo stesso tempo, la percezione della localizzazione spaziale, il movimento dei suoni nello spazio in ogni direzione, era ragguardevole.

Le musiche in programma, ad omaggiare il titolo della rassegna, erano tutte per percussioni, strumenti il cui suono è l’impulso stesso: Suondings in pure duration (2013), per percussionista (improvvisazione), suoni di percussioni pre-registrati e suoni elettronici esafonici, di James Dashow; Struggling (2000), per percussioni e musica elettroacustica, di Daniel Teruggi; Legrand Jeu (1999), per percussioni ed elettronica, di Bruno Mantovani; Electric Counterpoint (1987) per percussioni, di Steve Reich.

Philippe Spiesser, unico protagonista della serata, si è destreggiato come sempre egregiamente fra la miriade di percussioni che lo circondavano e i suoni elettronici.

Da ricordare che lo stesso sistema di diffusione utilizzato per questo concerto viene impiegato ogni sera dal 24 al 28 giugno e poi dal 1° al 6 luglio per l’ascolto di opere elettroniche per solo supporto digitale, sempre presso i giardini dell’accademia Filarmonica.

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Autore

Francesco Bianco

Musicista e critico musicale, da sempre interessato all'arte e al rapporto di questa con la vita. Laureato al DAMS e in Musica Elettronica, lavora come compositore, insegnante e redattore.

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