TDV 7-W.I.P.: Appunti per un novissimo bestiario #9

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Appunti per un novissimo bestiario è un work in progress di Fedra Boscaro e Tommaso Arosio che si avvale di collaborazioni con diversi artisti e non si accontenta mai di un risultato ultimo e definitivo. In scena per il Festival di Teatri di Vetro, il loro “appunto” numero 9. 

Artisti: Fedra Boscaro, Tommaso Arosio

Dove: Forte Fanfulla

Quando: 21 aprile 2013

Info:

www.teatridivetro.it

Il corpo sacro, profano, strumentalizzato. Mistificato e omologato.

Il corpo è al centro della riflessione artistica ed estetica, le sue vie sembrano essere inesauribili. Ma che succede quando il corpo smette di essere tema e si fa mezzo, veicolo d’arte? Un corpo reso invisibile e scolpito dalla luce e dai colori, blank screen su cui possono danzare le immagini logiche e analogiche di Fedra Boscaro e Tommaso Arosio.

 Al centro di una scena immersa in una soffusa luce rossastra, su di un corpo fasciato di bianco, è ritagliata una ragazza che prova vari abiti, freneticamente, si aggiusta i capelli, si guarda, ci ripensa. Una passerella intima e quotidiana, davanti allo specchio, ma lo specchio questa volta sono gli occhi degli spettatori. Mentre la musica in sottofondo si fa più veloce, il corpo si scompone e ricompone con i pezzi di una bambola, emblema del congelamento in cliché irraggiungibile, e per questo velenoso, che domina l’immaginario Kitsch dagli anni 50 ad oggi, incontrastato.

 Non si tratta semplicemente di mettere in questione e ridicolizzare, con semplici tecniche di antitesi iconografica, i modelli conclamati. L’opera, per la sua elevata qualità estetica e la sua compattezza visiva e diegetica, prende per mano il pubblico e lo trascina nei propri percorsi immaginativi, nell’esplorazione di meandri mentali inediti e costruttivi.

Subito dopo aver assistito alle metamorfosi deformanti della perfetta e artificiosamente sorridente bambola di plastica, il corpo-mostro è ricoperto da una classica tovaglia a scacchi bianchi e rossi. Da un piatto di plastica delle foglie di insalata, perfette, verdissime come nelle pubblicità, viaggiano a scatti fino a raggiungere la bocca, poi ne riescono, si dilatano e ricoprono tutto il corpo, che si trasforma così in una grande foglia che respira. Il ritmo del respiro, costante, imperturbabile, si trasforma in ritmo cardiaco, senza soluzione di continuità, mentre sul corpo è proiettato il classico schema anatomico del flusso venoso. La colonna sonora è perfettamente sincronizzata allo scorrere del video e il lavoro di cesellazione di un’immaginario fortemente pop rende il processo di ibridazioni che si dipana sotto gli occhi del pubblico estremamente naturale nella sua serie di associazioni: inquietudine e dolcezza si prendono per mano, innestando negli occhi-specchio di chi guarda un meccanismo di riflessione e trasformazione mentale che non si conclude con i titoli di coda.

 

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Autore

Giulia Belloni

« Art et politique tiennent l'un à l'autre comme formes de dissensus, opérations de reconfiguration de l'éxperience commune du sensible» Jacques Rancière, Le spectatuer émancipé (2008).

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