TdV7-W.I.P.: Cabeki, Musica da Cinecamera in Super 8

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Articolo di: Elisabetta Viola

Durante la prima giornata del Festival Teatri di Vetro, tenutasi il 21 aprile negli spazi del Forte Fanfulla (zona Pigneto), Cabeki presenta Musica da Cinecamera in Super 8, uno spettacolo in cui musiche da camera fanno da sfondo a vecchi filmati in Super 8. Uno spettacolo affascinante che ha incantato tutti i presenti in sala.

 

Artista: Cabeki

Dove: Circolo Arci Forte Fanfulla

Quando: 21 aprile

Info: www.fanfulla.org;

www.cabeki.com

 

Andrea Faccioli, in arte Cabeki, è un polistrumentista e compositore veronese, con un ricco percorso artistico alle spalle. Durante il primo appuntamento del Festival di Teatri di Vetro, interamente dedicato alla musica, l’artista ha presentato Musica da Cinecamera in Super 8, opera che comprende l’esecuzione di alcuni brani, mentre su una parete viene proiettato un cortometraggio muto in Super 8. L’effetto sortito è quello di un racconto per immagini arricchito però dalle composizioni dell’artista che, accostandosi ai generi della musica da camera d’avanguardia e dell’elettronica minimale, danno vita ad uno spettacolo particolarmente emozionante e suggestivo.

Cabeki nella creazione delle sue opere si serve sia di strumenti tradizionali – chitarra acustica, chitarra elettrica – che non convenzionali, come gli strumenti musicali americani ukelin e bell harp, risalenti alla prima metà del Novecento. All’interno del complesso delle apparecchiature musicali troviamo dunque una sezione prettamente acustica costruita dal compositore stesso e una sezione elettronica, per cui, durante l’esecuzione si ascoltano sia suoni riprodotti manualmente che suoni digitalizzati.

Le immagini del filmato in Super 8 ci mostrano ambientazioni, colori, alberi e piccole scene di vita della Thailandia degli anni Ottanta. L’artista ha scelto di riprodurre il filmato con un caratteristico proiettore in Super 8 per conferire all’intero spettacolo un carattere rètro, di cui è intrisa tutta la sua arte.

Lo spettatore è apertamente invitato a condurre il suo viaggio all’interno delle immagini in movimento lasciandosi trasportare dalla musica, dai toni familiari e toccanti, attribuendo così allo spettacolo un carattere nostalgico, malinconico, come se ci si trovasse di fronte ad un vecchio filmato custode di ricordi appartenuti a qualcuno e poi perduti.

Ognuno però è chiamato a percepire il filmato lasciandosi coinvolgere dalle proprie emozioni.

L’artista riesce a comunicare efficacemente attraverso la musica luoghi immaginari e visioni senza servirsi della parola. Lo spettatore sembra percepire quasi gli odori e le atmosfere delle ambientazioni presentate o, semplicemente, può scegliere di chiudere gli occhi e di lasciarsi trasportare dalle proprie immagini che i componimenti di Cabeki, fortemente evocativi, rianimano.

In Musica da Cinecamera in Super 8 si possono ascoltare alcuni brani del primo album di Cabeki, Il Montaggio delle Attrazioni (2011), in cui l’artista riprende il concetto di attrazione di Ejzenstejn come elemento capace di far percepire allo spettatore la finalità ideologica dello spettacolo attraverso un effetto psicologico che viene esercitato su di esso, e del suo ultimo album Una Macchina Celibe (2012), in cui emerge lo stile minimale dell’artista e il suo procedere per sottrazioni, riuscendo a far risaltare ogni singola nota di questi componimenti dall’alto tasso evocativo.

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Redazione

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