TAXI

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Michele Endrizzi e Marco Arturo Messina per Jandha Film

presentano

TAXI

Regia Marco Arturo Messina

Sceneggiatura Marco Arturo Messina

Direttore della Fotografia Daniele Trani

Montaggio Simone Mele

Scenografia Salvatore Scaccia

Sound Design Federico Tummolo

Musiche originali Marco Arturo Messina

con Luca Lionello, Eleonora Siro, Francesco Wolf, Emma Nitti, Cinzia Carrea, Igor Horvat, Alessandra Falanga

Durata 17’

Girare su se stessi, come una marionetta dai fili invisibili. Accerchiato è l’essere umano dai cavilli di una certa posizione di prestigio. Ma in questo cortometraggio del poeta del caotico postmoderno Marco Arturo Messina, il senso e le coordinate sono tutt’altro che univoche.

Il personaggio centrale, nomade dell’attuale sfascio urbano, cerca in tutti i modi di decentralizzarsi da una focalizzazione sfocata della propria personalità, alla ricerca com’è di un’impossibile identità. Egli si pone continuamente delle domande senza risposta alcuna. Forse il mondo in cui lui si aggira non è reale, ma probabilmente si tratta di una spiegazione fin troppo semplicistica.

Un manichino fra i tanti, l’uomo interpretato da Luca Lionello, non ce la fa a prendere posizione, e sballottato qua e là, nella baraonda d’incontri e di suggestioni disarmoniche, si imbambola nella giostra dei sentimenti andati a male.

Donne o uomini fanno poca differenza nell’universo sballottato e claustrofobico (lo è più fuori che dentro il taxi stesso, dove al contrario avviene una sorta di liberazione), del giovane regista, sceneggiatore e compositore. E allora il denudarsi, in un andirivieni a specchi concentrici, fra le rime di una retorica necessaria, diviene “altro da sé”, perché i poteri dell’interiorità sono corroborati da quelli delle “mercantizie” esteriori. Il balletto assurdo della convenzionalità l’ha vinta su l’individuo. Un individuo non più solo ma frutto di tanti altri individui forse per questo ancor più soli.

Taxi è un piccolo grande film tale da contenere in nuce un forte marchio stilistico, oltre che contenutistico, di sicuro impatto, dove al contempo, i volti segnati fanno breccia in un lampo (su tutti la barbuta figura dell’ottimo protagonista, il grinzoso fascino di Eleonora Siro – nella scena più inquietante – e quello muliebre e ancor più perturbante di Emma Nitti).

Girato in parte con un cellulare, Taxi pizzica l’ispirazione in maniera affilata, caotica e tesa. In fondo c’è sempre un taxi fermo in qualsiasi spazio urbano che si rispetti. Ma perché non pretendere che ci rispetti?

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