Slow Food Story – Una rivoluzione lunga 25 anni

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Slow food, in contrapposizione al moderno fast food, implica lentezza e riflessione su ciò che decidiamo di mangiare, consapevolezza nello scegliere ciò che mettiamo nel nostro piatto, amore per il cibo che poi equivale ad amore per noi stessi. Slow Food Story, proiettato al Summer Kino il 3 luglio, ci fa conoscere il leader di questa “rivoluzione lenta”.

  

Slow Food Story, di Stefano Sardo, Italia 2013, 73’

Produzione: Indigo Film, Tico Film Company, in collaborazione con Element Pictures

Distribuzione: Tucker Film

Sceneggiatura: Stefano Sardo

Fotografia: Giovanni Giommi

Montaggio: Stefano Cravero

Musica: Valerio Vigliar

Buono, pulito e giusto, questo è il motto di Slow Food: il cibo deve essere buono e dare piacere, deve rispettare la terra e i popoli che la abitano. Slow Food è un’associazioni non-profit fondata da Carlo Petrini che ha come scopi principali l’educazione all’alimentazione, la salvaguardia della biodiversità – e quindi delle produzioni alimentari tradizionali, legate ai territori – e in generale la promozione di un nuovo modello alimentare che rispetti l’ambiente e le tradizioni. La storia di Slow Food è la storia di un successo incredibile, che parte dalla piccola realtà di Bra, una cittadina in provincia di Cuneo, fino a diventare un’associazione internazionale che conta 100.000 iscritti in 150 paesi.

Al centro del documentario Slow Food Story troviamo la figura di Carlo Petrini e la sua storia, che poi è anche la storia del movimento. Vediamo scorrere davanti ai nostri occhi la sua giovinezza, fra impegno politico e divertimento con gli amici, quelli di sempre, Azio Citi e Giovanni Ravinale, che lo seguiranno e lo sosterranno in tutte le sue iniziative future. Passando per l’esperienza di Radio Bra Onde Rosse, la prima radio libera d’Europa, e i festival di musica popolare Canté j’euv, vediamo l’attenzione di Petrini spostarsi sempre più sulla gastronomia. Nel 1986 Carlin, questo il suo soprannome, fonda ArciGola, che tre anni dopo si trasformerà, appunto, in Slow Food. Da qui partono una serie di attività collegate all’associazione, eventi come Il salone del gusto, guide e periodici di gastronomia, il forum biennale TERRA MADRE, che raduna persone da tutto il mondo, fino alla fondazione della prima Università di Scienze Gastronomiche.

Il regista Stefano Sardo si serve principalmente di materiale di repertorio, di conseguenza nel documentario non troviamo nessuna intervista a Petrini, ma solo filmati che lo ritraggono, sia in vesti informali, a cena con amici o impegnato nelle attività giovanili, sia in occasioni ufficiali, dove la sua spontaneità, però, non viene meno neanche di fronte al Principe Carlo d’Inghilterra. Quest’impostazione del documentario rispecchia una scelta precisa del regista, che mira a raccontarci il personaggio visto dagli altri. Infatti, abbondano le interviste alle persone che lo hanno conosciuto e che gli sono state accanto durante tutto il percorso.

Ancora più evidente è la scelta del regista di non approfondire i temi e il pensiero politico e filosofico che stanno dietro a Slow Food e all’attività di Petrini in generale. Quella che ci viene raccontata è la storia della nascita di un progetto e del suo sviluppo grazie alle capacità e al carisma di un grande uomo visionario, che è stato capace di superare il pregiudizio culturale e intellettuale che aveva ridotto il cibo a qualcosa di secondario.

 

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Autore

Marta Palamidessi

Laureata in Letteratura Musica e Spettacolo. Studentessa di Editoria e Scrittura.

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