San Valentino in home video: LARS AND THE REAL GIRL

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Titolo italiano “Lars e una ragazza tutta sua”

Regia Craig Gillespie

Sceneggiatura Nancy Oliver

Fotografia Adam Kimmel

Montaggio Tatiana S. Riegel

Musiche David Torn

Costumi Kirston Mann

Cast Ryan Gosling, Emily Mortimer, Paul Schneider, Kelli Garner, Patricia Clarkson, Nancy Beatty

Produzione John Cameron/Sarah Aubrey/Sidney Kimmel/James Cameron (Can/Usa, 2007)

Durata 100 min.

 

Lars non ha una ragazza tutta sua. Ha 27 anni e forse vuole solo essere lasciato in pace. O forse non vuole una ragazza che non sia del tutto sua. In fondo, qualcuno è sempre di qualcun altro all’atto della conoscenza, e talvolta anche dopo. Lars è come un cucciolo spaurito, teme il confronto con gli altri, e per vicini di casa ha suo fratello con la cognata, che tentano in tutti i modi di renderlo partecipe delle loro cene e ricevimenti vari perché preoccupati a causa della sua cronica solitudine. Ma esiste un sistema per progettare la donna ideale: una bambola gigante. Ebbene sì, Lars s’incuriosisce e coglie l’opportunità illustratagli da un amico. La sua “compagna” coglie alla sprovvista tutti, agitando ancora di più le acque del vicinato.

Lars sceglie una figura di plastica e di gomma come soluzione apparente alla propria solitudine. A forza di essere pizzicato sull’argomento, accetta la sfida della compagnia, una compagnia lontano dalle persone reali. Cos’è più reale nella vita di Lars? Una bambola o il suo rapporto con il prossimo? Reale è la plastificazione nella realtà dei rapporti umani, basati principalmente sulla convenienza e l’ovvietà che l’impegno col cuore non dovrebbe portare dietro con s’è, annaspato dall’ipocrisia latente insita nei meccanismi di gestione dei rapporti “sentimentali”. Meglio prendersi cura di un oggetto che di una persona sembra dirci il regista Craig Gillespie che ci racconta una storia anomala, con un Ryan Gosling che fa della misura il suo punto-cardine. Commedia e dramma combaciano con armonia in questo film dal calore inusitato, grazie all’intelligenza della sceneggiatura, l’elemento più efficace del film, che scova all’interno delle piccole cose quelle più grandi, raggiungendo equilibrio e una piana linearità nella regia.

C’è una frase significativa che Lars dice alla sua compagna, quando una signora, all’uscita della chiesa, le porta dei fiori: “Bene, i fiori sono finti, così dureranno a lungo”. Eccola l’essenza del film, il messaggio più forte: Lars ha una ragazza finta che perlomeno durerà e non dovrà avere alcun genere di problema nel gestire il rapporto con una ragazza finta. Tanto se i rapporti sopravvivono nell’indifferenza e nella falsità, tanto vale costruire una relazione dove tutto è finto in principio. Un modo particolare di sviare le responsabilità, ma anche per evitare di soffrire. D’altronde, Lars racconta tutta la sua vita alla bambola a cui dà nome Bianca e con lei fa tutto, ma proprio tutto, la culla profondendo segreti, persino quelli inconfessabili. Egli costruisce una realtà alternativa di eventi riguardanti un ipotetico passato di Bianca.

Bianca come la neve che circonda la casa di Lars, che lo raffredda, lo blocca in casa o nei dintorni, e lo aiuta nel rispettoso rapporto, metodico e profondamente equilibrato. Equilibrato, senza problemi. Almeno fino alla fine degli scenari di finzione. Scenari grigio-rosa sotto un plumbeo cielo da favola.

 

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