RomaFF10 | P. Sollett | Freeheld

0

 

Freeheld-posterFreeheld, di Peter Sollett, USA 2015, 103′
Prodotto: Michael Shamberg, Stacey Sher, Cynthia Wade, Jack Selby, Duncan Montgomery, James D. Stern, Julie Goldstein, Phil Hunt, Compton Ross, Kelly Bush, Ellen Page
Distribuito:Videa 
@ Decima Festa del Cinema di Roma
 
 
 
 
 

«Il mutamento è inevitabile. Uguaglianza e vivere con amore liberamente, impossibile non vincere questo tipo di lotta». Sono queste le parole che rivolge alla platea Ellen Page durante la conferenza stampa di Freeheld, nuovo film di Peter Sollett con la stessa attrice e Julianne M oore e basato sull’omonimo documentario, vincitore dell’Oscar nella sua categoria nel 2007.

Freeheld è una storia vera che attinge dal cinema del reale e indaga, oltre ad approfondire, lì dove il documentario non ha potuto per limiti di tempo. Laurel Hester (Julienne Moore) e Stacie Andree (Ellen Page) sono legate sentimentalmente e combattono una lotta per l’uguaglianza e le pari opportunità.

Laurel è una pluridecorata detective del New Jersey, una donna che si è costruita da sola, un personaggio apparentemente forte, ma caratterizzato da un’incredibile fragilità interiore. La sua strada incrocia quella di Stacie, una ragazza più giovane di lei e che fa il meccanico, passione tramandata dal padre. Stacie è indipendente, semplice e onesta, libera e orgogliosa della sua sessualità. Laurel invece, è una maniaca del controllo e non può permettere di essere compromessa sul piano lavorativo dalla sua omosessualità. Vive la sua stessa femminilità come un fattore che la mette in una posizione di svantaggio rispetto ai suoi colleghi. Il rapporto con Stacie, però, le apre finalmente gli occhi, facendola entrare in un mondo di appartenenza, sostegno e amore.

Purtroppo, come tutte le belle favole, la felicità è messa a dura prova quando a Laurel viene diagnosticato un cancro in fase terminale. La sua battaglia per la vita inizia e coincide con la battaglia per i diritti: volendo assicurare a Stacie il futuro che hanno costruito insieme l’una per l’altra. Ad unirsi alla battaglia di Laurel e Stacie ci sarà Dane Wells (Micheal Shannon), collega di Laurel, e l’attivista Steven Goldstein (Steve Carell) con il suo fare spregiudicato e provocatorio.

Freeheld, giocando sulla stessa parola americana – free libertà e freeholders, ovvero i funzionari governativi della Contea – indaga su un tema attuale e da sempre discusso: l’uguaglianza. Il modo in cui, però, Sollett, assieme allo sceneggiatore Ron Nyswaner (Philadelphia), si approccia al tema, lavorando strettamente con la vera Stacie, non cade mai nel banale o nel retorico. Non c’è il “ricatto sentimentale”, dal quale il regista si dissocia totalmente. Nel film ci sono momenti autentici, quelli felici della coppia, non indagati nel documentario, e quelli di lotta nei confronti di un diritto che spetterebbe a qualsiasi essere umano: la libertà di amare chi si vuole. Il volere di Laurel, dichiarato più volte all’interno sia del documentario che del film, non è tanto concentrato sulla questione del matrimonio, quanto invece sull’uguaglianza in sé per sé, sul fondamentale diritto che le spetta di lasciare alla propria compagna sua pensione. Il diritto di far valere i propri diritti come cittadino e come donna.

La malattia stessa diventa quasi uno sfondo. La delicatezza con cui lo sceneggiatore gestisce le dinamiche e le situazioni in cui protagoniste sono le due donne, ricorda moltissimo la battaglia di Andy (Tom Hanks) in Philadelphia. Nessuno stereotipo, nessun elemento di troppo o buonista, il tutto è estremamente naturale, come lo stesso rapporto della coppia, ricreato alla perfezione dalla Moore e dalla Page. Un rapporto che le attrici hanno tenuto anche nella vita reale e questo, secondo la stessa Ellen Page, è stata la chiave di forza per la costruzione della naturalezza della coppia.

Freeheld non è solo la storia d’amore tra due donne, è anche la storia di un’intera comunità in lotta per un’uguaglianza naturale e, teoricamente, scontata che riguarda ancora moltissimo la comunità globale. Continuare a parlare, continuare a mostrare storie come quella di Laurel e Stacie può davvero fare la differenza in un mondo in cui è inevitabile che lotte nei confronti della libertà di vivere e amare, possano essere perse.

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Gabriella Giliberti

Pugliese di nascita, romana di adozione, sogna di trasferirsi a Parigi per l'eternità. Aspirante sceneggiatrice e scrittrice. Cinefila e bookaholic incallita. Ossessionata dalla serie tv, spera di scriverne una. Vive con la penna in mano, un libro nel cassetto ed il gatto sotto al letto. Laureata alla Sapienza in Arti e Scienze dello Spettacolo, ha poi conseguito due certificazioni di Alta Formazione in Sceneggiatura, di cui una alla Roma Film Academy (ex NUCT, Cinecittà), dove ha concluso uno stage come sceneggiatrice. Scrive come autore e critico cinematografico per Lega Nerd e collabora con Cinematographe.it. Ha collaborato come redattore di cinema e serie tv con Vertigo24.

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi