LA COSA NON MI RIGUARDA… Dialogo con lo scrittore Vittorio Cassese

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Ci incontriamo con Vittorio Cassese in un sabato pomeriggio, a casa sua.

Parliamo, mentre lui è intento a realizzare il sito del suo libro. Cassese è un autoproduttore in tutto e per tutto; infatti, La cosa non mi riguarda, suo esordio letterario, prende vita grazie ad un servizio offerto da Amazon, createspace.com, dove in sostanza chiunque può inserire la propria opera scritta, musicata o disegnata che sia… A loro il compito di piazzarla sul mercato.

Chissà perché poi la cosa non lo riguardi…

Vittorio Cassese: Colpa di una teoria che sto elaborando da quando ho iniziato a scrivere, una teoria improntata sul vivere meglio, cercando di guardare le cose da un punto di vista diverso, non personale. Estraniarsi volontariamente, razionalizzare le emozioni. La foto di copertina non è un caso, essendo una foto fatta di nascosto, dove i soggetti non sanno di essere ritratti. È l’idea di guardare le cose da dietro che mi affascina, avere una visuale più larga, dall’alto, cercare di vedere e ascoltare le persone senza però giudicarle, e quando scrivo riesco davvero a far materializzare ciò che ho visto. Poi ogni volta che mi rileggo trovo tra le righe sfumature diverse, è una continua scoperta… E’ proprio vero, la scrittura va lasciata riposare.

Mentre si legge il libro, la sensazione che si prova è che quelle parole riguardino tutti… La cosa in realtà ci riguarda, perché tutti ci possiamo ritrovare nelle poesie di Cassese.

V. C.: La presunzione di chiamarle poesie me la sono presa solo perché a prima vista le pagine sono corte e le parole ancora di più. In verità si tratta di un diario sentimentale senza punteggiatura.

È vero, chiamarlo “libro di poesie” è fuorviante. A queste pagine bisogna dare una possibilità. Non è la poesia che è presente nell’immaginario della gran parte delle persone, quella scolastica, quella fatta di ABAB, ma è ben altro. È uno scrivere, un parlare in modo diverso, poetico. Semantica e lessico seguono un ordine così naturale che le parole sembrano essere assorbite istantaneamente, quasi bevute. C’è sicuramente una parte di talento, ma anche tanta introspezione.

V.C.: La scrittura è il miglior modo di stupirsi con se stessi. Semplicemente immaginare o sperare che qualcuno capirà, che assorbirà l’emozione racchiusa nelle righe… Quella sarà soddisfazione.

Questo libro è uno specchio, uno specchio che si trasforma in una finestra aperta su noi stessi. Leggendolo si ritrovano emozioni proprie, che magari si ha paura di tirare fuori e che, grazie a Vittorio, vengono alla luce. Ci si svela, ci si confessa. È uno di quei libri che si divora! Si legge tutto di un fiato, e poi si rilegge. È una di quelle opere che si riaprirà a non finire per cercare la frase che risolve un determinato momento di stasi. In sostanza, Cassese “fa molto con poco”, che è lo scopo da raggiungere per ogni scrittore secondo un certo John Fante.

In effetti La cosa non mi riguarda ricorda un po’ Fante e ricorda anche Elio Pecora, grande poeta romano.

Le tracce che ci lascia sono disarmanti, davvero. È un campo minato di citazioni, ma non ce n’è una migliore. C’è la preferita sicuramente, che per me è Persone Oneste. A Vittorio Cassese invece piace molto Generazioni a confronto.

V.C.: La potenza di un gesto è per natura irraggiungibile, l’unicità di un gesto è per definizione irriproducibile. Questa è “Senza scampo”…

Il libro verrà presentato il 5 maggio, a Genzano di Roma. Per essere più puntuali vi invitiamo a cliccare sui link del Cassese.

LA COSA NON MI RIGUARDA – LUCIDI DELIRI DI UN DUBITANTE IN PIANTA STABILE 

di Vittorio Cassese

Victor’s Studio Publishing tramite createspace.com

altre info www.lacosanonmiriguarda.it

http://www.facebook.com/lacosanonmiriguarda

https://twitter.com/#!/victorflash

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

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