La città ideale

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Martedì 9 aprile è stato presentato alla Casa del Cinema di Roma, in presenza dei protagonisti, La città ideale, il primo film da regista di Luigi Lo Cascio, passato dietro la macchina da presa per dirigere una storia di cui è anche autore e protagonista. La pellicola, protagonista della 27° Settimana internazionale della critica, uscirà nelle sale italiane giovedì 11 aprile.

La città ideale di Luigi Lo Cascio, ITA (2012), 105’

in uscita nelle sale cinematografiche l’11 aprile 2013

Soggetto e sceneggiatura: Luigi Lo Cascio

Fotografia: Pasquale Mari

Scenografia: Ludovica Ferrario, Alice Mangano

Macchinari e disegni: Nicola Console

Montaggio: Desideria Rayner

Musiche: Andrea Rocca

Produzione: Bibi Film, Rai Cinema

Produttore: Angelo Barbagallo

Direttore di produzione: Maria Panicucci

Distribuzione: Istituto Luce – Cinecittà, Rai Trade

Interpreti: Luigi Lo Cascio, Catrinel Marlon, Luigi Maria Burruano, Massimo Foschi, Alfonso Santagata, Aida Burruano, Roberto Herlitzka.

La città ideale è una pellicola ambientata nella Siena dei giorni nostri. Michele Grassadonia è un architetto siciliano che ha scelto di vivere nella città del Palio proprio perché la considera la sua «città ideale» per il suo stile di vita, che è improntato ad una delle forme più integralistiche dell’ecologismo. Il suo impegno ideologico è vissuto come una maniacale ossessione che lo porta a isolarsi dal mondo esterno, inimicandosi amici e colleghi che tiranneggia con la sua rigidità in materia di risparmio energetico e smaltimento dei rifiuti. Lo scorrere sonnolento della sua vita viene interrotto dall’imprevedibilità del destino che lo stritola in un perverso effetto domino scaturito da tragiche concatenazioni. Dopo aver soccorso la vittima di un incidente stradale viene infatti accusato di omicidio colposo proprio perché il suo comportamento, guidato proprio da una delle sue personali manie, finisce per risultare sospetto agli inquirenti. Inizia quindi una tortuosa indagine personale, interiore oltre che investigativa, per scagionarsi agli occhi di una comunità che non gli crede e lo guarda con sospetto. Michele è costretto quindi a diventare l’avvocato di se stesso, scavando nei meandri della sua personalità, potendo contare solo sul sostegno dell’anziana madre che arriva apposta da Palermo.

L’opera prima di Luigi Lo Cascio è certamente il one man show di uno straordinario mattatore – suo infatti il soggetto, la sceneggiatura e il ruolo principale – ma al contrario di tanti altri esempi, questo avviene senza alcuna presunzione. L’attore – e ora regista – siciliano è il motore pulsante del film in ogni suo aspetto, e lo fa nel migliore dei modi.

La regia è audace, priva di qualsiasi impostazione scolastica e finisce perciò per costituire un vero e proprio esempio di stile. Ogni inquadratura sembra racchiudere un capitolo narrativo a séstante, assecondando tutte le sfaccettature del dramma del protagonista, una storia davvero ben riuscita che inscena un tragicomico giallo dai toni kafkiani cucito su un’efferata satira dei costumi della società moderna. Come regista e sceneggiatore, Lo Cascio ha anche il merito di aver reso «protagonisti» tutti i personaggi della pellicola, ricalcandone i contorni con un alone di magnificenza teatrale che li rende indelebili agli occhi dello spettatore. Su tutti giganteggia Aida Burruano, al suo esordio sullo schermo, che nella pellicola è «madre due volte». Per il ruolo della madre del protagonista Lo Cascio ha voluto proprio sua madre, ricreando sullo schermo esilaranti siparietti che sembrano cementare la connessione tra interprete e protagonista. Strepitosa infatti anche la prova attoriale di Lo Cascio nel ruolo di Michele Grassadonia, capace di far riflettere lo spettatore sulle sue personali manie e su come esse potrebbero metterlo in difficoltà agli occhi della società.

Per quanto riguarda ogni opera prima si è soliti ricercare termini di paragone per identificare semplicisticamente l’esordiente. Sarebbe facile ritrovare nel film echi della regia di Scorsese, la costruzione dei personaggi di Tarantino, gli inserti onirici di Lynch, il riso amaro di De Filippo, fino ad arrivare a Kafka e Pirandello. Ma per rendere il giusto merito all’autore va detto che Lo Cascio ha realizzato un bellissimo film, riuscendo innanzitutto a dar vita ad uno stile personale, che lo colloca da subito nella meglio gioventù del cinema italiano.

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Autore

Nicola Salerno

Sceneggiatore e regista. Ha frequentato il Master in Drammaturgia & Sceneggiatura presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico e si è laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi su INGLORIOUS BASTERDS di Quentin Tarantino.

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