MedFilm Festival: Il santo nero

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Il documentario di Antonio Bellia, in concorso al MedFilm Festival nella sezione Doc Open Eyes e presentato presso la Casa del Cinema venerdì 26 ottobre 2012, è nudo e crudo e, proprio per questo, molto passionale. Il santo nero è pieno d’emozione.

Il santo nero, di Antonio Bellia, 75’, Ita 2012 Link al trailer

Soggetto e sceneggiatura: Antonio Bellia e Davide Ficarra

Fotografia: Tarek Ben Abdallah

Musica: Lello Analfino (Tinturia)

Prodotto da: Demetra Produzioni

L’ultimo fotogramma è il più bello. Rappresenta il potere dell’immagine a livello cinematografico, e il potere della vita a livello sociale. Francis si sporge dal balcone di casa sua per toccare la testa a San Calo’, mentre la folla grida e tutti i devoti sotto il baldacchino del santo uniscono le loro forze per permettergli questa impresa. Comunità, si potrebbe dire per essere concisi. Ma questo documentario non può essere conciso, queste storie vanno raccontate per farle vivere a chi ne è al di fuori, a chi pensa che il problema non è il proprio, finché il problema non arriva a toccarlo direttamente.

Agrigento e gli immigrati clandestini. Mirelle, moglie di Francis, ha raggiunto il marito in Sicilia, ma ancora non si è integrata. Francis invece sì, e anche bene. Lavora, ha una vita sociale e ha finalmente una patria perché dal suo Congo se n’è dovuto andare; proprio come San Calogero, partito dalla terra africana e approdato successivamente sulle coste siciliane. Per questo il santo è nero. Gli agrigentini sono molto devoti a San Calogero.

Rendersi conto dell’umanità di questi italiani è impressionante. Essi cercano di far integrare completamente gli immigrati. Gli parlano e ascoltano le loro motivazioni perché non è giusto cacciarli; la colpa non è la loro ma dell’Europa unita. Ci sono più storie nel lavoro di Bellia, storie indipendenti e tuttavia, allo stesso tempo, legate tra loro. I collanti principali sono la terra e le tradizioni: devono diventare le stesse per tutti. E poi ci sono le possibilità, poche, la voglia di riscatto, di rispetto, e San Calo’. È lui, è la sua festa che fa avvicinare tutti. Sono tutti al di sotto della sua forza, la forza della fede, della credenza, che riesce a rendere tutti uguali.

È festa quindi! La statua sarà portata in trionfo per tutte le stradine di Agrigento vecchia, in quei vicoli inerpicati. Esce dalla chiesa San Calo’, sotto il baldacchino ci vorrebbe entrare tutta Agrigento. Chi si arrampica e lo abbraccia, chi lo bacia, chi gli pulisce la faccia, chi gli offre in dono i propri figli, perché vedano da vicino, perché capiscano. E poi, accade. Accade che non esiste più diversità, che il santo nero venga avvicinato dal ragazzo nero, grazie alla volontà di tutti. «Lo tocca, lo tocca!» E vengono i brividi.

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

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