Dersim 38 – Festival del Cinema Kurdo

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Il Festival del cinema Kurdo è giunto quest’anno alla quinta edizione. Venerdì 18 gennaio è stato proiettato, presso il Nuovo cinema l’Aquila, un documentario che cerca di fare luce sul genocidio delle popolazioni del Dersim (l’attuale Tunceli) crimine mascherato dal processo di turchizzazione del secolo scorso.

Dersim 38 di Cayan Demirel, Nord Kurdistan (Turchia), 67’

Dersim 38 è una vera e propria lezione di storia stampata su pellicola, forse proprio perché l’intenzione dell’autore è quella di inserire nei libri di storia qualcosa che vi è stato fuori troppo a lungo.

Cayan Demirel racconta come uno dei più efferati genocidi della storia è stato mascherato per anni come una semplice riforma culturale. Un “processo di turchizzazzione”, a seguito dell’annessione della zona del Kurdistan alla nuova Repubblica di Turchia, sorta da poco sulle ceneri dell’impero ottomano.

Il regista, intrecciando con grande abilità il filo della ricerca a quello della commozione, cuce insieme le – rare – fotografie dell’epoca, le testimonianze dei – pochi – sopravvissuti, gli articoli giornalistici – veicolati –  dell’epoca, e le testimonianze dei – coraggiosi – ricercatori di una storia che la Repubblica di Turchia ha aspettato più di settanta anni per riconoscere.

Quello compiuto dalla neonata Turchia, attorno agli anni 30’ del novecento, non fu solo un genocidio, ma un vero e proprio stupro culturale di un popolo, dovuto non solo alle ottantamila vittime brutalmente trucidate quanto alla deportazione forzata di interi villagi, a cui venne proibito con la violenza di parlare la propria lingua, di mantenere le proprie tradizioni e di vivere sulla propria terra. Tutto in nome dell’unificazione della nuova Repubblica di Turchia, in nome della quale tutto questo è stato a lungo ignorato dalla comunità internazionale.

«Spegni la telecamera!» La prima battuta del documentario è affidata ad un vecchio, ripreso in primo piano, l’aria terrorizzata da una storia troppo brutta da ricordare. E forse anche troppo pericolosa. I volti dei pochi sopravvissuti sono tutti così, segnati da un fardello troppo pesante; i documenti ufficiali che il montaggio accosta ai loro volti sembrano ribadire come martellate che i fatti raccontati sono tutti tristemente veri.

Demirel costruisce tutti i 67’ del suo documentario come una vera e propria lezione di storia senza ricercare effetti scenici di sorta per stimolare la commozione degli spettatori. Il suo obbiettivo non è il cordoglio, ma il riconoscimento della storia, da dimostrare con precisione matematica, per urlarla e affermarla con tutto il fiato che la settima arte ha in corpo. Fa riflettere che il documentario sia stato realizzato nel 2006 mentre il governo turco, attraverso le parole del premier Tayyip Erdoğan, ha ammesso ufficialmente il genocidio solo nel 2011.

Dersim 38 vuole essere testimonianza, nulla più affinché tutto quello che è accaduto a Dersim nel 1938 possa venire fuori da quell’oblio storico che resta l’onta più grave subita dal popolo Kurdo.

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Autore

Nicola Salerno

Sceneggiatore e regista. Ha frequentato il Master in Drammaturgia & Sceneggiatura presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico e si è laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi su INGLORIOUS BASTERDS di Quentin Tarantino.

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