Cannes 66 | La Vènus à la fourrure

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In concorso

Regia: Roman Polanski

Paese: Francia

Anno: 2013

Durata: 96 min.

 

Dopo Carnage Roman Polanski porta di nuovo sul grande schermo l’adattamento di un testo teatrale. Venus in furs è una pièce di David Ives, a sua volta ispirata all’omonimo romanzo del 1870 di Leopold von Sacher-Masoch.

Siamo in un teatro parigino, sono appena finite le audizioni per il ruolo di Vanda che il regista Thomas (Mathieu Amalric) cerca disperatamente. Nessuna delle candidate si è rivelata adatta e, mentre il regista si lamenta al telefono, irrompe, ormai in ritardo per le audizioni, Vanda (Emmanuelle Seigner) un’attrice volgare e rozza che pare possa vantare in comune con il ruolo solo l’omonimia. Appena comincia a recitare, però, inizia un gioco a due imperniato sul filo della contraddizione.

La grandezza del film è data, oltre che dalla grande prova attoriale dei due protagonisti, dalla capacità di Polanski di sondare le sfumature più perturbanti dell’animo umano in un’altalena continua di ironia e tensione drammatica. Un’opera esilarante e feroce sul potere rivelatorio della finzione con continui ribaltamenti fino a un epilogo dal sapore catartico. ‘L’Onnipotente lo punì e lo consegnò nelle mani di una donna’.

Shiny, shiny, shiny boots of leather / Whiplash girlchild in the dark  / Severin, your servant comes in bells, please don’t forsake him / Strike, dear mistress, and cure his heart cantavano i Velvet Underground…

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