Settembre in Danza: Arearea, Ballata – corto come un lungo viaggio

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Ballata – corto come un lungo viaggio è il nome del lavoro presentatoci dalla friulana compagnia Arearea come apertura della manifestazione Settembre in danza presso il Teatro Due di Roma venerdì 13 settembre.

Ballata – corto come un lungo viaggio

Coreografie: Roberto Cocconi , Luca Zampar

Interpreti: Roberto Cocconi, Luca Zampar

Produzione: Arearea

13 settembre 2013 – Teatro Due, Roma

Vai al programma di Settembre in Danza

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Il lavoro, liberamente ispirato a Corto Maltese, personaggio firmato da Hugo Pratt, ci racconta essenzialmente la fantasia di questo fumettista nel creare il suo personaggio più noto attraverso due chiavi molto particolari: l’eterno viaggiare e la relazione con l’altro. Queste sono infatti le cifre scelte dai due interpreti e coreografi, Roberto Cocconi e Luca Zampar, mentre interpretano le diverse culture e le particolari avventure affrontate da Maltese sul piccolo palcoscenico del Teatro Due.

Chiarissima si rivela la connotazione spaziale dell’azione, in cui, i danzatori sembrano essere degli strumenti di trasmissione di gestualità e profumi esotici, pronti ad affrontare le rocambolesche situazioni dell’avventura.

La geografia ci viene descritta da una ricercata scelta dei costumi e da un altrettanto sottile scelta musicale e coreografica che contribuiscono a condurre lo spettatore laddove Corto vive la sua vita.

C’è, ad ogni modo, un legame molto forte col nostro modo di localizzare i luoghi, col nostro nuovo modo di conoscere lo sconosciuto fatto video proiezioni e tecnologia.

Una scelta registica, a proposito della video proiezione, che aiuta a rendere atmosfera tutto ciò che gli artisti interpretano, dai messaggi che gli Arearea lasciano, fatti di parole digitate al computer, all’utilizzo di esse come scenografie e agenti attivi del movimento.

I quadri scenici, caratterizzati dalla scelta semplice di oggetti e stati d’animo variano molto: siamo all’interno di una barca in mezzo al mare, soli, malinconici e pensierosi, oppure ci troviamo tra i bombardamenti di una delle tante guerre che ha combattuto l’uomo, respiriamo ironia oppure profonda riflessione.

Questo lavoro non descrive solamente una storia, apre anche una riflessione sul rapporto a due, di qualsiasi genere esso sia, e in qualsiasi situazione esso si debba combinare. Lo leggiamo nella tecnica del movimento, gestita in maniera esemplare, nell’emotività di una scena in cui si interpreta la convivenza sulla barca delle avventure di Pratt e, in ultimo, nel nuovo rapporto a due con un protagonista in più: la tecnologia.

Lo spazio della danza all’interno di questa situazione è discreto e funzionale, è una danza molto pulita, tecnica e lineare, nonostante le difficoltà date dalle dimensioni della scena; non ne hanno abusato, ma l’hanno utilizzata per sottolineare la storia.

La sinergia tra movimento, azione non danzata, proiezione e musica creano una piacevole alchimia per un pubblico che esce dal teatro come se avesse appena concluso la lettura di un romanzo di avventura. Un lavoro chiaro, diretto, pieno di sapori e spunti culturali, un buon equilibrio di quello che dovrebbe essere la danza oggi e che, forse, non è più.

Una pièce che per una volta non vede nella sua recensione la parola astratto, tanto cara alla nostra epoca artistica.

 

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