Il mare verticale | Uno

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mare verticale

Band Il Mare verticale

Album Uno

Anno 2015

Etichetta New Sonic Records

Nucleo conosce bene Il Mare Verticale. Ha conversato con i componenti del gruppo, li ha seguiti e ha recensito un loro live, li ha ospitati alla serata per la festa di autofinanziamento del 31 gennaio scorso.

Ascoltando il loro ultimo lavoro, Uno, decisamente proprio non si riesce a capire come Francesco Mauro, Marco Dardanelli e Luca Calabrò, i tre componenti del gruppo, non siano alti, biondi e con uno spiccato accento svedese, finlandese o islandese. E’ difficile, almeno alle nostre latitudini, trovare un minimalismo musicale, melodico, così ben equilibrato, dove le chitarre non sembrano estranee al mondo elettronico, ma si abbracciano nelle frequenze, nei bpm morbidi, di casse, pelli, tom e luci da computer, come quello di questo splendido progetto musicale.

Non si vogliono cercare associazioni o somiglianze con altre band, sarebbe togliere qualcosa a questi ragazzi. L’estro non deve mai essere associato a qualcosa d’altro, tanto e comunque ci sarà sempre un passato prima di un presente e di un futuro. Per questo nell’intestazione non si è voluto inserire il genere musicale della band, non si è voluto aggiungere quelle parole che potessero etichettarli, anche se loro si definiscono post pop downtempo.

Questa band è un vero e proprio mare verticale, nel senso di parete sonora, di percezione quasi tattile del suono; è un mare di musica che fa bene, che lascia spazio ai pensieri, alle vibrazioni, alle emozioni trasmesse dai loro testi e dalle proprie evocazioni. Quasi fosse una grammatica musicale della fantasia.

Tokyo, la prima traccia, (che potete ascoltare qui, insieme al resto dell’album) ti scoppia dentro rendendoti volatile, come una foglia appoggiata sul vento. «Perché il mondo non è soltanto il mondo» e ci vuole immaginazione e surrealismo per creare il groove del Il Mare Verticale.

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

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