Teatro Instabile di Aosta: Quintetto e Playlist

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Doppia proposta del Teatro Instabile di Aosta in scena al Teatro Biblioteca Quarticciolo tra danza e provocazione.
 
Produzioni TIDA – Teatro Instabile di Aosta
Playlist
Coreografia: Marco Chenevier
danzatrice: Alessia Pinto
Vai al video dello spettacolo su E-performance

Quintetto (solo)
coreografie e regia: Marco Chenevier e Smeralda Capizzi
danzatore: Marco Chenevier
Vai al video dello spettacolo su E-performance
15 settembre 2013 – Teatro Biblioteca Quarticciolo, Roma

Playlist offre la possibilità al pubblico di sentirsi un po’ voyeur. La scena è una stanza di una ragazza: un tavolo, una sedia a dondolo, tre piccole sedie, un baule.  Alessia Pinto sembra annoiarsi fino a quando si lascia trascinare dalla musica e comincia un sorta di gioco: per ogni musica della playlist cambia abito, ognuna di esse le evoca diverse emozioni, e plasma il suo corpo in diversi personaggi.

In Quintetto invece Marco Chenevier lancia una simpatica provocazione: spiega al pubblico che dopo i tagli alla cultura, l’80% in Val D’Aosta, ha proposto agli altri quattro danzatori di fare ugualmente il loro spettacolo di repertorio con l’80% in meno della paga … nel giro di pochi giorni nessuno di loro è più reperibile. Chenevier, rivelando buone doti da attore comico e intrattenitore con la battuta pronta, chiede quindi a qualcuno del pubblico di aiutarlo e di offrirsi per sostituire gli altri quattro danzatori, il datore luci e il fonico; lui spiegherà nel dettaglio i loro compiti. Si forma così un’improvvisata equipe e i risvolti comici della situazione sono facilmente immaginabili. La descrizione di ciò che dovrebbe essere e i momenti in cui il danzatore, tra una risata e l’altra, esegue seriamente i suoi assoli, lasciano intuire che lo spettacolo originale meriterebbe di essere visto.

Lo stratagemma di Chenevier e Capizzi funziona nel lasciare un retrogusto amaro al pensiero che tagli così sostanziali alla cultura non solo minano la professionalità che è impegno e fatica e che dovrebbe avere un suo giusto riconoscimento, ma inevitabilmente alla lunga potrebbero spesso privare ognuno di noi della possibilità di godere di spettacoli di qualità. Il messaggio per quanto giusto, però, dovrebbe essere lanciato senza sfruttare a tratti un generoso pubblico che in alcuni momenti è fin troppo facilmente derisibile.

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