Tato Russo: Il fu Mattia Pascal

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Tato Russo, in scena al teatro Quirino nel doppio ruolo di Mattia Pascal e di Adriano Meis, dà una dimensione teatrale al romanzo Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello.

Il fu Mattia Pascal

versione teatrale di Tato Russo dal romanzo di Luigi Pirandello
regia: Tato Russo
con: Francesco Acquaroli, Renato De Rienzo, Sarah Falanga, Marina Lorenzi, Peppe Mastrocinque, Carmen Pommella, Antonio Rampino, Francesco Ruotolo, Davide Sacco, Massimo Sorrentino, Katia Terlizzi
scene: Tony Di Ronza
costumi: Giusi Giustino
musiche: Alessio Vlad

dal 2 al 12 maggio 2013 – Teatro Quirino, Roma

 

Luigi Pirandello ha affrontato il dramma dell’esistenza come rappresentazione, il dramma del vivere, come pochi altri. Anche Tato Russo si è cimentato con questa ossessione contemporanea. Con Il fu Mattia Pascal, in particolare. Con il non sentirsi parte di se stessi, il sentirsi schiacciati dalle maschere che si portano a seconda delle situazioni in cui ci si trova.

Il primo anti-eroe della letteratura italiana, Mattia Pascal, è un fuggitivo dalla realtà della vita in cerca del proprio Es. Un perdente che intraprende un viaggio tra i vari modi di apparire a se stessi e agli altri, che accetta una morte capitata per caso per vivere una vita diversa. Un inetto che cerca di evitare convenzioni e compromessi approfittando di un sotterfugio per poi ritrovarsi fallito e circondato dalle maschere che aveva cercato di rifiutare. Per obbedire alla fortuna e soddisfare a un mio proprio bisogno, mi posi a far di me un altro uomo.

Nella trasposizione in commedia, viene ridotta al minimo la parte narrata per dare spazio al linguaggio drammaturgico tradizionale. Il racconto resta in alcuni brevi passaggi affidati, purtroppo, a una voce registrata. Scelta non coraggiosa. Teatro tradizionale, ma, bisogna dirlo, pur sempre grande teatro.

La regia di Tato Russo non lascia nulla al caso e sceglie, nella rappresentazione, di utilizzare gli stessi attori per personaggi diversi. Volutamente non distingue gli aspetti diversi delle due realtà, quella di Mattia Pascal e quella di Adriano Meis, dando allo spettatore, in particolare con una scena, quella di Mattia perso tra una folla di esseri umani mascherati che non lo riconoscono, la consapevole direzione scenica scelta.

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