Romaeuropa Festival: Sasha Waltz & Guests

0
Altro appuntamento imperdibile all’interno di Romaeuropa Festival 2012, lo spettacolo di Sasha Waltz & Guests sul palcoscenico del Teatro Eliseo. 10 e 11 ottobre, con Travelogue I – Twenty to eight, che propone scene di vita casalinghe in danza, musica e voce.
 
Travelogue I – Twenty to eight
Regia/concept: Sasha Waltz
Scenografia: Barbara Steppe
Danzatori: Davide Camplani, Florencia Lamarca, Nasser Martin-Gousset,  Takako Suzuki, Sasha Waltz
 

10 e 11 ottobre 2012 – Teatro Eliseo, Roma

Sito: Romaeuropa Festival

Sito: Sasha Waltz & Guests

I performers entrano in scena attraverso una porta, dando le spalle al pubblico. Mentre giocano a tirassegno, incuranti del pubblico che si accomoda in sala, indicano chiaramente quale sia il fulcro della storia: le persone comuni, come gli spettatori che prendono posto.

Come in molti spettacoli di teatro-danza il realismo delle situazioni messe in scena attivano interessanti spunti di riflessione: assistere a un monologo interamente in lingua giapponese e non avere idea alcuna di cosa stia dicendo Takako Suzuki in piedi su una sedia, ma cercare comunque di capire qual sia il suo messaggio attraverso l’interpretazione dei gesti del corpo, aiuta a riflettere sulla distanza culturale che può esserci tra gli esseri umani se non ci sforziamo un po’.

Lo spettacolo è composto da frammenti di storie di ognuno dei personaggi, che si incrociano in un appartamento in condivisione – nella cucina – in uno scenario di episodi di vita quotidiana. Bisticciare per un filone di pane, usare il telefono o volersi impossessare del frigorifero, crea non solo simpatici legami tra i danzatori, ma anche con il pubblico, che ride divertito quando, ad esempio, uno degli interpreti divora la mollica del filone conteso.

Il lavoro della coreografa Sasha Waltz è giocato molto su frasi ritmiche, perfettamente efficaci nelle fasi di transizione, soprattutto se ai suoni prodotti dai corpi degli artisti si aggiungono tintinnii di oggetti come bottiglie e bicchieri di vetro. Da dietro le quinte, il rumore di un aspirapolvere ci ricorda che l’atto scenico è molto di più di quanto avviene sul palco, e che oltre a ciò che si mostra davanti ai nostri occhi, esiste un mondo seppur non visibile.

La sequenza più briosa, costruita alla perfezione grazie ai ritmi serrati, vede l’apertura e la chiusura di due porte eseguite a ripetizione, in un crescendo continuo, con un ritmo sempre più incalzante. La scelta di accostare subito dopo un pezzo del tutto diverso, caratterizzato da un taglio di luce rosso, calmo e sensuale, catalizza l’attenzione; due paia di gambe parlano tra loro, sopra, sotto, a lato di un tavolo, incrociandosi, strusciandosi e accavallandosi, prendendosi a calci e a tallonate, stringendosi forte.

Anche se talvolta l’espressività dei visi è tanto esasperata da sfociare nel mimo, e la coreografia risale al 1993, la chiusura dello spettacolo è esplosiva: dalla parete sinistra magicamente si palesa un letto, mentre a destra una cucitrice d’altri tempi. L’animatissimo duo costringe il pubblico a seguire l’azione, come fosse una partita di tennis. La musica incalzante e i molteplici sketch che ciascuno dei cinque artisti esegue, merita un caloroso applauso dal parte del pubblico.

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Audrey Quinto

Mi diletto a tradurre in parole quello che trovo emozionante quando assisto ad uno spettacolo di danza

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi