Petr Zelenka | Karamazovi

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Vincitore del 43° Karlovi Vary Film Festival, la trasposizione de I Fratelli Karamazov di Petr Zelenka approda nelle sale italiane, in lingua originale, per merito di Distribuzione Indipendente, una realtà sempre più interessante all’interno della distribuzione italiana.

i-fratelli-karamazov-trailer-foto-e-poster-del-film-di-petr-zelenka-2Karamazovidi Petr Zelenka, Rcec/Pol 2008, 100′

in uscita nelle sale cinematografiche il 27 Marzo

Sceneggiatura: Petr Zelenka

Montaggio: Vladimir Barak

Fotografia: Alexandr Surkala

Musiche: Jan A. P. Kaczmarek

Produzione: Cestmir Kopecky

Distribuzione: Distribuzione Indipendente

Cast: Ivan Trojan, Igor Chmela, Martin Mysicka, David Novotny, Radek Holub, Lenka Krobotova

La trasposizione sullo schermo cinematografico di un romanzo – e in questo caso anche di un’opera teatrale – implica sempre un rischio di fallimento causato o da uno smaccato e pedissequo riadattamento, oppure da un vero e proprio parricidio artistico. Ma Petr Zelenka va ben oltre queste due possibilità. Con un uso fortissimo dei primi piani e un’estetica cruda, scura nella fotografia e che punta a far nascere un cortocircuito tra vita reale e opera d’arte, il suo Karamazovi è un film che mette in scena, all’interno di un’industria fatiscente della Polonia, una narrazione a intermittenza e carica di un forte pathos de I fratelli Karamazov di F. Dostoevskij.

Un gruppo di attori cechi, invitati per un festival alternativo, s’immerge nella rude scenografia per le prove generali del loro adattamento. A far da sfondo, oltre i lavoratori della fabbrica, il dramma personale di uno di essi: suo figlio è infatti caduto proprio all’interno dell’industria fratturandosi la spina dorsale. Ed è proprio l’uomo a esser il più interessato alla rappresentazione, in cui gli attori mostrano una capacità recitativa a tratti impressionante, esaltata dall’identificazione coi personaggi e che evidenzia ancora una volta la scissione tra realtà e arte all’interno di una scenografia minimale. L’industria si fa così non solo contesto, ma testo stesso della sceneggiatura del film, mentre lo sviluppo teatrale esce da se stesso per mezzo degli attori e della loro volontà di proseguire o meno la messa in scena.

Che in quell’uomo ci sia un ultimo residuo anelito di conoscenza di tutto quell’archibugio costituito dalle ragioni e dai sentimenti dell’animo umano è sconvolgente e a tratti meraviglioso.

In Karamazovi si ha il passaggio dell’uomo dalla sua naturale e “semplice” asperità esistenziale  all’epicità della composizione teatrale, due sentieri che nell’opera di Zelenka s’intersecano per dichiarare che la bellezza (non) salverà il mondo.

 

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Autore

Lorenzo Cascelli

Ho conseguito la Laurea Magistrale in Estetica nel 2012 con una tesi su "The Tree of Life" di T. Malick e "Melancholia" di L. von Trier presso il dipartimento di Filosofia dell'università "La Sapienza" di Roma. Caporedattore prima di Arte e Libri e poi di Cinema presso Pensieri di Cartapesta, da Aprile 2014 sono direttore editoriale di Nucleo Artzine.

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