Not I |Ofri Cnaani

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not I

Titolo: Not I

Artista: Ofri Cnaani

Luogo: Galleria Marie-Laure Fleisch – vicolo Sforza Cesarini 3 A, Roma

Dal 22 settembre al 22 novembre 2014

 

Tutto parte da Samuel Beckett, dal suo monologo che presta il nome a questa installazione dell’artista newyorkese Ofri Cnaani.

Not I, Non Io, ma un’esperienza.

Proprio questo, Cnaani, cerca di riportare tra le mura della galleria, un’esperienza, un estraniamento, uno spaesamento, un uscire fuori dal proprio corpo. Rappresentare l’idea senza rappresentare se stessi. Questo faceva Beckett, raccontava senza dare troppa importanza all’azione del dialogo.

E’ l’estasi che si impadronisce dell’ambiente, delle installazioni create dall’artista, fatte di luci, di ombre, di proiezioni, di oggetti che si muovono spinti dall’aria artificiale di un ventilatore a pale. Immagini, proiezioni arcaiche, oniriche, che fanno tornare alla mente esperienze vissute, pensieri che tornano a visitarci, proprio come il vento, che spazza via e riporta di continuo le foglie sui nostri passi. E’ un’evocazione infinita, ritrovarsi al centro della galleria, è un insieme di produzioni di figure definite ma volatili, brevi ma intense, ripetute ed uniche allo stesso tempo. Quanti punti di osservazione ha un viso? Quanto tempo impieghiamo per girare intorno a noi stessi?

Per realizzare questa installazione Ofri Cnaani ha messo insieme immagini e testi provenienti da varie parti del mondo, da varie situazioni sociali e umane. Lo ha fatto utilizzando macchine artigianali, attraverso proiezioni che si allontanano dall’artificialità del cinema, puntando molto sul mettere in mostra l’apparecchiatura che produce il sogno, per poter dare un senso a ciò che abbiamo di fronte.

Ritrovarsi nel mondo creato da Cnaani è sicuramente un’esperienza da provare, anche perché i viaggi mistici e le esperienze extra-corporee non si possono di certo raccontare.

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

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