Massimo Volume: Aspettando i barbari Tour

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fotoreportage Enea Tomei

A seguito della recentissima uscita del nuovo album Aspettando i barbari, i Massimo Volume sono al giro di boa delle date del tour omonimo, previste in questo fine 2013.

Dove: Blackout Rock Club, Roma

Quando: giovedì 21 novembre

 

Vittoria Burattini: percussioni, batteria voce

Emidio Clementi: voce e testo, bassi, sintetizzatore

Stefano Pilia: chitarra, bassi, sintetizzatore

Egle Sommacal: chitarra, voci

 

Piove, fa freddo ed è più che mai una di quelle notti che confondono, che annebbiano, che nascondono i rifiuti. Sembra un preludio temporale giusto per questa serata al Black Out, alveo accogliente del ritorno dei Massimo Volume, attesissimi come il loro ultimo album, Aspettando i barbari, uscito ad inizio ottobre. Dopo aver sfondato il muro del rientro sulle scene nel 2008, a seguito di un periodo di silenzio solo apparente, la band ha prodotto un disco dal debutto eccezionale, in grado di classificarsi al 26° posto della classifica FIMI degli album più venduti alla sua uscita.

Aspettando i barbari è un album teso, ruvido, i cui testi sono lividi e scarni ma appoggiati a delle trame sonore dense e dallo strano, lirico, calore metallico. A condurle i musicisti di sempre, ritrovati con il viaggio di Cattive Abitudini, che lavorano la base per i racconti di Emidio Clementi. Ma mentre nell’album precedente si narravano storie individuali, che dal ritmo stolido della quotidianità diventavano esemplari e con alto potenziale identificativo, in Aspettando i barbari viene presentata un’umanità più condivisa, fatta di partecipazione, di dolore; un corollario del vissuto urbano, ripiegato e ritirato in difesa da un nemico vago e angoscioso. Musicalmente la forza della minaccia viene resa con ritmi solidi e strascichi lunghi della melodia, contorta e increspata sulla scia del recitativo. Sullo sfondo c’è un’idea ossessiva, quella del barbaro, del dio oscuro, dell’invasore che sparge inquietudine negli anfratti di una “vita vinta dall’attesa”. Bisogna mettere in ordine, sistemare le cose, acconciarsi prima della ritirata dal nemico, immersi in uno scenario grottesco che dalla track list pervade tutti i brani, depositandosi dentro il ritmo percussivo de Il nemico avanza fino ad annidarsi nel più denso ma spaventoso La cena, in cui l’ostilità si cela dietro un protagonista votato ad una fuga vigliacca dalla permanenza. Ma mentre la voce di Clementi affoga nella lirica spietata, il sound della chitarra si piega e diventa un canto lugubre, che ben si accorda con il visual proiettato alle spalle della Band.

Il pubblico è entusiasta, e sembra apprezzare gli slanci di questo gruppo storico rappresentativo del rock alternativo degli anni ’80. “Noi che accendiamo lumi, per distoglierci le luci” sembra quasi un mantra collettivo, che si insinua tra il pubblico e riesplode sul palco, dove la band è pronta a regalare due graditissimi bis alla fine di una nottata densa e piena di ombre. Aspettiamo i barbari anche noi, emozionati, avvicinandoci ai Massimo Volume ritornati ai live con la prepotenza dei grandi artisti e ci chiediamo a cosa, rincasando, siamo disposti a sfuggire.

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Redazione

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