L'UOMO IN PIGIAMA

0

IL PIGIAMA

Ovvero: solo gli stupidi si muovono veloci

un monologo di Daniele Prato

interpretato da Francesco Montanari

regia di Daniele Prato

 

dal 22 al 27 maggio 2012

Piccolo Eliseo – Roma

 

Un uomo scalzo si aggira per la sua casa, tra un attaccapanni ingombrante e il divano, dove ogni tanto sosta per raccontarsi. Spesso lo sguardo va in direzione di un telefono blu, tradendo l’attesa, forse vana, di una telefonata. L’uomo indossa un pigiama e dà l’idea di volersene stare rintanato in casa con la sua rassegnazione a parlare diffusamente di episodi della sua vita, delle cose che odia, del suo modo d’essere e di sentire. Ora squillerà il telefono e sarai tu. È questo, però, l’unico vero pensiero fisso. L’uomo col pigiama è un uomo che soffre perché è stato lasciato. Il resto è flusso di coscienza, tutto quello che gli viene in mente per non pensarci su.

Il monologo scritto da Daniele Prato racconta di un uomo che annaspa nel vuoto lasciatogli da una relazione interrotta. È un elogio della lentezza, da intendere come tempo necessario per ricominciare, per guardare le cose con occhi diversi, per raggiungere quella consapevolezza che, seppur dolorosa, gratifica.

La scena è sbilenca, storta. Le pareti sul fondo non sono dritte, il pavimento è fatto di assi inclinate, in salita e in discesa, come i pensieri, gli umori del protagonista. Solo due elementi colorati, un fiore rosso e un telefono blu, due macchie di colore nel beige indistinto di un salotto dove l’uomo si aggira inquieto. Anche il racconto è imprigionato nello stesso limbo, che dire? Mah, si dilunga in particolari che ci fanno sorridere, rallenta per poi scivolare rapidamente e infine precipitare in parole dolorose e pesanti. E viceversa. Così, l’episodio dell’amico appassionato d’arte che lo porta a vedere la Venere blu di Yves Klein passa dai toni dell’incomprensione totale, quasi dell’indignazione, a quelli di un’epifania esilarante. Cos’ha di speciale la Venere di Klein? Ha solo copiato la Venere e l’ha tinta di blu. Ha di speciale il blu. Ed ecco che il blu diventa la parola magica con cui punire la maleducazione, le ragazzine che in motorino parlano al cellulare e bloccano il traffico, le amiche che gli fanno notare che non può essere solo colpa di Elisa se la storia è finita, perché, forse, lui non ha saputo coltivare un affetto. Blu: la parola magica per sconvolgere il mondo e le persone.

Francesco Montanari, conosciuto per lo più al grande pubblico per aver interpretato il Libanese nella serie tv Romanzo criminale, non va mai sopra le righe e riesce a rendere vero un personaggio che rischiava di appiattirsi sulla macchietta del misogino ferito. Ne fuoriesce un ritratto vero, fragile, di un uomo che brucia, che combatte contro la solitudine, contro i viaggi che si trova a fare da solo da quando non sta più con la sua ragazza, contro sé stesso, che cerca disperatamente di tenere lontano un ricordo ancora troppo vicino per non far male.

Ora squillerà il telefono e sarai tu. Ancora. Per quanto l’uomo col pigiama si ostini a divagare, pare che il pensiero resti fermo a quel telefono blu klein che non squilla. O meglio, che, squillando o continuando a tacere, farà cambiare tutto, lo sconvolgerà, magari facendogli venir voglia di togliersi il pigiama, di uscire da quello stato di depressione sospesa per fare spazio a cose nuove. Ma con calma. Ci vuole tempo per cose come questa. Perché si sa: solo gli stupidi si muovono veloci.

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Avatar

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi