Luigi De Filippo | Quaranta… ma non li dimostra

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di Peppino e Titina De Filippo
regia Luigi De Filippo
con Luigi De Filippo, Stefania Ventura, Francesca Ciardiello, Claudia Balsamo, Fabiana Russo, Vincenzo De Luca, Giorgio Pinto, Riccardo Feola, Stefania Aluzzi, Paolo Pietrantonio
 
dal 9 Aprile al 10 Maggio
Teatro Parioli, Roma

 

Quando si apre il sipario del Teatro Parioli, ci si immerge in una stanza di un tipico appartamento borghese italiano: poltrone scure, tavoli e sedie di legno, tende alle finestre e carta da parati stile anni 50. Un effetto piuttosto pesante ma che ben raffigura l’arredamento dell’epoca e che si addice ad un classico del teatro partenopeo, scritto da Peppino e Titina De Filippo nel 1933 e messo oggi in scena dal figlio di Peppino, Luigi De Filippo. L’ambientazione e l’accento sono napoletani ma il tema di fondo rappresenta l’Italia intera.

Un padre, Don Pasquale, vedovo da lungo tempo, nota una forte contrapposizione tra le sue figlie: tre figlie moderne, vestite alla moda e interessate solo a truccarsi e ad uscire con i rispettivi fidanzati, e la più grande, Sesella, una quarantenne che ha vissuto come una donna d’altri tempi prendendosi cura di tutti i membri della famiglia senza mai dedicarsi a se stessa e trovare un uomo. Proprio l’assenza del matrimonio dalla sua vita la rende triste ed irrequieta, causando forte dolore al padre che, nel tentativo di “sistemarla” con un bravo ragazzo, finisce con il peggiorare la situazione, dapprima trasformando Sesella in una copia delle altre tre figlie, poi quando il matrimonio da lui organizzato salterà, facendola ripiombare nella triste rassegnazione alla propria vita alla quale sembrava da subito destinata.

Non avere le figlie sposate oggigiorno non costituisce più un problema per un padre, eppure lo spettacolo risulta quanto mai attuale. Non è il matrimonio a disturbare Don Pasquale ma l’infelicità della figlia. Sesella è un personaggio meraviglioso che incarna i dubbi e le perplessità di chiunque. È una donna apparentemente serena, ma profondamente infelice e questo suo stato d’animo, a tratti quasi drammatico, deriva da una propria arrendevolezza, una passività che la spinge a vivere sempre allo stesso modo con una rassegnazione patologica che invece di darle la giusta motivazione al cambiamento la deprime togliendole la forza di reagire. A nulla serve il breve mutamento che il personaggio subisce: tutto finisce e Sesella ritorna alla sua quotidianità.

Nonostante il tema di fondo malinconico, lo spettacolo viene rappresentato in chiave comica con un’ottima prova di tutti gli attori, in particolare del grande Luigi De Filippo e della splendida Sesella, Stefania Ventura.

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Autore

Roberto Compagnone

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