La forma della seduzione. Il corpo femminile nell’arte del ‘900

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la forma della seduzione

Titolo: La forma della seduzione. Il corpo femminile nell’arte del ‘900

A cura di Barbara Tomassi con la collaborazione di Flaminia Valentini

5 giugno – 5 ottobre

Luogo: Galleria Nazionale d’Arte Moderna e contemporanea di Roma, Viale delle Belle Arti 131, Roma

La Galleria Nazionale di Arte Moderna e contemporanea di Roma, grazie alla cura di Barbara Tomassi e la collaborazione di Flaminia Valentini, fino il 5 ottobre, presenta una mostra che vede promuovere e valorizzare la sua collezione riproponendo sotto una nuova luce circa 130 opere.

Il percorso, scandito in cinque sezioni tematiche tra sculture, pitture, collage, disegni ed incisioni ricostruisce, per associazioni e contrasti, i diversi e personali punti di vista di artisti che nel ‘900 hanno svincolato dalla tradizione la rappresentazione della donna.

Spunto della mostra La forma della seduzione sono le provocatorie osservazioni che il sociologo francese Jean Baudrillard fece nel saggio De la séduction del 1979.

– Nella prima sezione dal titolo “Le belle apparenze” si parte da una visione del corpo femminile in cui, a prevalere, sono le caratteristiche formali. Linee naturalmente morbide e sinuose ritraggono un corpo rappresentato nelle sue pose classiche. Sdraiato, adagiato o in piedi, il nudo in tutta la sua sensualità è ostentato e ammirato nelle peculiarità che lo rendono unico. Già da qui i segni di una visione avanguardista. Caso esemplare il Nudo sdraiato di Modigliani posto proprio ad apertura della mostra e le otto fotografie di Man Ray.

– La seconda sezione, ed anche la più ampia, è dedicata alla “Seduzione/Sedizione” dove a predominare è proprio lo spirito di rottura tipico delle avanguardie tra Cubismo, Espressionismo, Metafisica, Futurismo e Surrealismo. Dal forte impatto sono opere quali il S. Sebastiano di Aroldo Bonzagni, Ragazze a Palermo di Renato Guttuso, la Cassandra (L’odalisca) di Enrico Prampolini e i due Grande Nudo di Gianni Dova. Diversamente inquietanti l’Eva di Renato BirolliNueBu di Roberto Matta, le sculture di Leonardo LeoncilloLuciano Minguzzi solo per citarne alcune.

Renato Guttuso, Ragazze a Palermo, 1940.

Renato Guttuso, Ragazze a Palermo, 1940.

– La terza sezione dal titolo “L’oggetto del desiderio” è costituita per lo più da collage, fotografie e oggetti tra il surreale ed il pop. Qui la valenza feticista (esempi le opere di Breton) e sadica (ancora una volta Man Ray) è presente in opere dove gli elementi che le costituiscono e il modo di ricomporli prendono parte al gioco freudiano di spaesamento.

– La “Bella e la bestia” è la quarta sezione. Qui il corpo della donna è sottoposto a varie trasformazioni, deformazioni, sortilegi che lo fanno entrare nell’ambito più profondo del mito come l’Ippolita di Giuseppe Mazzullo, dei sogni e degli incubi come nel Premier péril e Deuxième péril di Dorothea Tanning. La donna è quindi vista nella sua ambiguità.

“La bella addormentata”, quinta ed ultima sezione, presenta opere in cui viene riattualizzato il tema della Ninfa quale figura inerme e virtuosa. Esempi ne sono Diana addormentata nel bosco di Giorgio de Chirico La bella addormentata di Umberto Baglioni. Questa figura, come nelle favole a lieto fine, si pone a conclusione anche di un percorso che ci ripropone una salvifica visione della donna il cui segreto è, in fondo, anche quello che rende unica e seducente un’opera d’arte.

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Autore

Viviana Quattrini

Laureata in storia dell'arte contemporanea all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", collabora principalmente come critica d'arte con la galleria romana RvB Arts. Ha curato mostre istituzionali e in gallerie private. Scrive come redattrice per la rivista Nucleo Artzine.

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