C. Nolan | Interstellar

0

 

BusShelter-Space_ItaliaInterstellar, di C. Nolan, USA/UK 2014, 169′
 
Casa di Produzione: Warner Bros, Paramount Pictures, Syncopy Films, Legendary Pictures, Lynda Obst Productions
 
Distribuzione: Warner Bros Italia

 in uscita nelle sale cinematografiche il 6 novembre

«L’amor che move il sole e l’altre stelle».

Non c’è dubbio che Interstellar sia un film diverso dalle opere precedenti di C. Nolan. Potremmo infatti definirlo un film emotivo poiché a farla da padrone è l’amore, una delle poche cose, secondo i protagonisti del film, non quantificabile scientificamente. Nolan insomma cerca di stupirci con il tentativo di convogliare nel suo cinema dell’effetto un cinema dell’affetto.

In un futuro più o meno imprecisato la Terra ha esaurito le proprie risorse. Così, per consentire la sopravvivenza della specie umana la NASA ha deciso di esplorare attraverso un wormhole nuovi mondi affinché se ne possa trovare uno che abbia le condizioni necessarie e sufficienti per permettere lo sviluppo della vita umana. A capo della missione vi è il pilota Cooper – Matthew McConaughey – vedovo e padre di famiglia, l’unico della spedizione a lasciare dei legami, l’unico che ha come reale obiettivo il ritorno a casa. Alla figura di Cooper si oppone quella di Brand padre – un Michael Caine a cui ancora una volta Nolan lascia uno dei ruoli chiave –, mentre Brand figlia fa da termine medio tra i due – Anne Hathaway.

FL-17686

Il racconto utilizza la colonna sonora – di Hans Zimmer – per sottolineare l’epicità del viaggio/impresa – Nolan ci aveva abituato a ciò con la trilogia di Batman. A livello tecnico la sceneggiatura nella prima parte si concede degli immensi salti temporali nello svolgersi cronologico degli eventi, mentre nella seconda intervalla gli accadimenti terrestri e quelli spaziali in un mix che si fa beffe della differente temporalità. La mdp invece usa piani ravvicinati, dando sempre più importanza al punto di vista del protagonista e alle sue azioni.

La magniloquenza delle immagini, anche attraverso il montaggio, è tenuta sempre sotto controllo dal regista che torchia lo sguardo dello spettatore saturando la sua immaginazione e il relativo sentimento del sublime con visioni del cosmo, figurazioni apocalittiche di altri mondi e il viaggio intergalattico della navicella spaziale. Un quadro architettonicamente maestoso, curato da Kip Thorne – esperto della Relatività generale e produttore esecutivo del film –, e che si propone come scientificamente valido. Ed è proprio qui che si concentra l’interesse per il film, ovvero la capacità del cinema di farsi carico non tanto della sua intrinseca verosimiglianza documentaristica, quanto piuttosto della creazione immaginifica e scientificamente valida.

In Interstellar c’è tanto del cinema sci-fi del passato. In particolare il riferimento è a tre film: Solaris di A. TarkovskijContact di R. Zemeckis e 2001: A space Odissey di S. Kubrick. Di fronte al mistero dello sconosciuto, Nolan adotta però un punto completamente differente rispetto a Kubrick: nel suo film tutto è altamente controllato e spiegabile – anche in forma didascalica e difficile da seguire – e nulla viene lasciato all’irrisolto.

FL-09899

Tutto sembra razionalmente padroneggiabile. In una sorta di passaggio del testimone, la prima nota che ascoltiamo in Interstellar sembra essere l’ultima dell’Also sprach Zarathustra di Richard Strauss. La multidimensionalità onirica e a matrioska di Inception lascia spazio nel finale a un trip visivo in cui spazio e tempo si uniscono in un unicum. C’è infine nella forte relazione creata da Nolan tra il microcosmo familiare di Cooper e il macrocosmo galattico un riferimento al The Tree of Life di T. Malick. Tuttavia questo rapporto non comporta qui una domanda sull’esistenza, bensì una dichiarazione dirimente: la salvezza prima di tutto e a tutti costi. Nolan, onnisciente dietro la mdp, ci offre dunque la riproposizione di un antropocentrismo spinto e diviso tra l’encomiabile perfettibilità della conoscenza umana e i sentimenti più puri. Cuore, ragione e l’essere umano, privato purtroppo del suo costitutivo bisogno d’interrogazione.

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Lorenzo Cascelli

Ho conseguito la Laurea Magistrale in Estetica nel 2012 con una tesi su "The Tree of Life" di T. Malick e "Melancholia" di L. von Trier presso il dipartimento di Filosofia dell'università "La Sapienza" di Roma. Caporedattore prima di Arte e Libri e poi di Cinema presso Pensieri di Cartapesta, da Aprile 2014 sono direttore editoriale di Nucleo Artzine.

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi