Il suono sospeso: Avanguardia e sperimentalismo negli anni ’60

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A 50 anni dalla fondazione del Gruppo 63, la stagione di musica contemporanea dell’Auditorium Parco della Musica si apre il 20 ottobre con un omaggio a Luciano Berio e Luigi Nono.

Il suono sospeso: Avanguardia e sperimentalismo negli anni ’60 
Introduzione a cura di: Nanni Balestrini
Artisti: Coro dell’Accademia di Santa Cecilia
Attori: Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico
Musicisti: Accademia Nazionale di Santa Cecilia e della PMCE (Parco della Musica Ensemble)
Regia del suono: Alvise Vidolin
Direttore: Tonino Battista
Una produzione: Fondazione Musica per Roma e Accademia Nazionale di Santa Cecilia
In collaborazione con: Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” e Romaeuropa Festival 2013

http://romaeuropa.net/it/festival/1376-luciano-berioluigi-nono.html

http://www.auditorium.com/eventi/contemporanea

Le due opere musicali eseguite per celebrare i cinquant’anni dalla fondazione del gruppo 63 sono state scelte con un criterio simile a quello usato anche per allestire la mostra nel foyer dell’Auditorium a cura di Achille Bonito Oliva: mostrare i legami tra poesia e musica nel quadro di una interpretazione dello sperimentalismo degli anni ’60 come eredità dell’arte totale delle avanguardie storiche.

A Floresta è jovem e cheja de vida (1965) di Luigi Nono dovrebbe lasciar vedere il legame del lavoro del compositore con la poesia di Nanni Balestrini. L’attivismo nel movimento operaio di Balestrini può forse incontrare il lavoro di Nono se si pensa che il tema dell’espressione musicale è l’immagine della foresta vietnamita in fiamme. In realtà il testo della composizione è a cura di Giovanni Pirelli; scritto per un organico di Soprano, 3 Voci di attori, Clarinetto in Si♭, Lastre di rame (5 musicisti), 2 nastri magnetici a 4 piste (RAI), è dedicato “al Fronte Nazionale di Liberazione del Vietnam” [FLN]. Venne eseguito per la prima per la Biennale di Venezia, XXIX Festival Internazionale di Musica Contemporanea nel 1966.

Laborintus II (1965)di Luciano Berio, composizione per voci, strumenti e nastro magnetico, racchiude il testo di Edoardo Sanguineti che dà il titolo all’omonima raccolta poetica. Il pezzo composto nel 1965 su commissione dell’O.R.T.F. per celebrare il 700° anniversario della nascita di Dante sviluppa alcuni temi della Vita nuova, del Convivio e della Divina Commedia di Dante e li combina con testi biblici e con scritti di T. S. Eliot, Ezra Pound e Sanguineti stesso.

Come scrive lo stesso Berio, Laborinthus II è un catalogo: “ll principio del catalogo non si limita solo al testo, ma serve anche da base alla struttura musicale stessa. Visto sotto un certo aspetto, Laborintus II è un catalogo di riferimenti, di atteggiamenti e di semplici tecniche strumentali; un catalogo dal carattere un po’ didattico, come le immagini di un libro scolastico che tratti delle visioni dantesche e del gesto musicale. Le parti strumentali sono sviluppate soprattutto come estensione dell’azione vocale dei cantanti e la breve sequenza di musica elettronica è concepita come prolungamento dell’azione strumentale”.

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Autore

Mariaenrica Giannuzzi

Mariaenrica Giannuzzi (1989) è nata in Puglia e vive a Roma. Laureata in filosofia alla Sapienza sull’idea di storia naturale nella poesia di Paul Celan, la sua ricerca comprende l’uso politico delle scienze, le teorie della biodiveristà e il pensiero femminista (Iaph – Italia). Ama viaggiare per le isole, camminare nei boschi e arrampicarsi.

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