Fausto Paravidino | I Vicini

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regia Fausto Paravidino
con Iris Fusetti, Davide Lorino, Barbara Moselli, Fausto Paravidino, Sara Putignano
scene Laura Benzi
costumi Sandra Cardini
luci Lorenzo Carlucci
 
13 Aprile, Piccolo Eliseo, Roma
 
 

Sediamoci ed accendiamo la tv. Ma come, si va a teatro per poi accendere la tv? Non in senso dispregiativo, ma questo è il primo pensiero che viene in mente. Un fascio di luce illumina una porta rossa, porta chiusa contornata da un’aura d’inquietudine oscillante fra la voglia di aprirla e la volontà di inchiodarla con dieci tavole per far sì che non possa essere aperta né da dentro né da fuori. Questa porta narra solo se stessa in un’immagine di qualche secondo che la rende la protagonista di due domande fondamentali: cosa c’è aldilà? E aldiquà?

Perché è questo che Paravidino vuole farci vivere dal di qua e poi dal di là… di cosa abbiamo paura? Che cosa potrebbe accadere se quella porta venisse aperta? Chi potremmo trovare varcata la soglia? O peggio, chi potrebbe entrare?

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Una coppia apparentemente serena vive la propria convivenza attraverso lo scorrere dei giorni. È composta da una donna e un uomo. Mentre lei lavora ed esce dal loro nido invalicabile, l’uomo, perennemente in pigiama difende la casa, metafora della paura che lo attanaglia, con le unghie e con i denti.

Al rientro della sua compagna le domande sono sempre le stesse: su come sia andato il lavoro, su cosa abbia fatto, il normale dialogo fra due persone che tornate a casa la sera si raccontano la propria giornata. La sottile differenza sta nel fatto che lei ha vissuto, lui invece ha aspettato, in pigiama, a casa, ignorando l’enorme sacrificio giornaliero che lei compie per far sì che l’equilibrio del suo “agorafobico” compagno non venga in nessun modo incrinato.

Equilibrio che tuttavia viene inevitabilmente incrinato dalla conoscenza dei nuovi vicini di casa, una coppia di giovani sposi che prende il posto della precedente inquilina, una vecchia signora che dopo la sua morte lascerà apparentemente libero l’appartamento.

La figura dell’anziana inquilina renderà ancora più forte il legame strano quanto assurdo che le due coppie instaurano un rapporto colmo di allusioni sessuali, di giochi di potere e paura, di dominazione ed invadenza.

E dunque di cosa abbiamo paura? Qual è il pericolo nel coinvolgere altra gente nella nostra vita? Che cosa potrebbe accadere se facessimo accedere degli estranei nelle nostre esistenze? Quanto pericoloso e dannoso può essere l’incontrarsi, il condividere, lo stare in compagnia, il condizionarsi ed il condizionare la nostra vita e quella dell’altro?

Lo stile dei personaggi ed il tipo di ironia ricordano una commedia tragi-comica a metà fra Woody Allen e Roman Polański. La regia è calibrata alla perfezione, i tagli di luce e gli effetti speciali della scenografia, estremamente narrativi ed efficaci, hanno dato alla messa in scena una cifra stilistica cinematografica che ha piacevolmente sorpreso.

Paravidino ci ha regalato un bellissimo film da teatro.

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Autore

Martina Caronna

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