Short Theatre | El Conde de Torrefiel | Guerrilla

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ideazione El Conde de Torrefiel

regia e drammaturgia Tanya Beyeler, Pablo Gisbert

testo Pablo Gisbert, in collaborazione con 80 partecipanti volontari di Roma

assistente Nicolas Chevallier

disegno luci Ana Rovira

tecnico luci Dani Miracle

scenografia Blanca Anon

suono Adolfo Garcia

assistenza alla coreografia Amaranta Velarde

musica Pink Elephant on Parade, Salacot

performer Amaranta Velarde e gli 80 partecipanti volontari di Roma

8 settembre,Teatro India, Roma

Quali sono i pensieri, le riflessioni di un cittadino contemporaneo? Ci sono riflessioni che toccano tutti? E quali potrebbero essere? Queste sembrano essere le domande che emergono da Guerilla, lo spettacolo in scena al Teatro India per il festival Short Theatre che con i mezzi propri del teatro contemporaneo prova a misurare la temperatura scottante del mondo attuale. Guerrilla è un cocktail di atmosfera e pensiero. Tre scene fanno da contrappeso al testo proiettato sul fondo dall’inizio alla fine dello spettacolo; nella prima si vede una sala conferenze dove poco alla volta si siedono delle persone; nella seconda ad una lezione di Thai Chi, nella terza-la più lunga-ad un rave di musica elettronica con ottanta persone che ballano sul palco (volontari scelti a Roma che la compagnia catalana arruola ogni volta nel posto in cui viene fatto la performance) . Il testo proiettato è il vero protagonista dello spettacolo, ciò che si vede in scena ne è un riflesso o una suggestione atta a renderlo ancora più vivido. La sensazione è quella di leggere un grande libro illustrato in 3d con poche ma efficaci immagini. Il testo è il protagonista e la protagonista del testo è la guerra. La guerra che viene immaginata in un futuro molto prossimo-nel vicino 2023- secondo supposizioni nemmeno troppo fantascientifiche. La guerra che da mondo immaginato, globale e storica, si fa sottile e si dirama nel testo secondo le parole e le riflessioni di individui. Gli stessi individui che sono seduti nella sala conferenze iniziale. Tre delle loro storie vengono raccontate dal testo e queste, da personali e biografiche diventano flussi di coscienza, confessioni accorate di anime contemporaneee. Che cosa ci manca? Quanto ci sentiamo schiacciati da un ritmo non più umano? “L’economia è terribilmente erotica e ha sedotto tutto tranne la noia”, pensieri che hanno l’ambizione e il coraggio di riportarci sempre davanti al problema della soffocante vita iperstimolata contemporanea e che raggiungono la loro massima efficacia durante la scena del rave di musica elettronica. Alla compagnia catalana va il merito di aver creato con un linguaggio scenico molto accessibile, dei cortocircuiti percettivi che permettono allo spettatore di guardare con occhi nuovi certi stereotipi del mondo contemporaneo.

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