Autore Tina Grottamara

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Short Theatre | El Conde de Torrefiel | Guerrilla

“L’economia è terribilmente erotica e ha sedotto tutto tranne la noia”, pensieri che hanno l’ambizione e il coraggio di riportarci sempre davanti al problema della soffocante vita iperstimolata contemporanea e che raggiungono la loro massima efficacia durante la scena del rave di musica elettronica. Alla compagnia catalana va il merito di aver creato con un linguaggio scenico molto accessibile, dei cortocircuiti percettivi che permettono allo spettatore di guardare con occhi nuovi certi stereotipi del mondo contemporaneo.

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Jacopo Neri | Il nome proprio

Una racconto famigliare, due gemelli entrambi sposati si preparano ad incontrare il proprio padre che non vedono da tempo, con lo scopo di chiedergli un prestito per aprire le loro reciproche attività. Ma si scopre che il padre non ha mai accettato la scelta dei figli di sposare le reciproche mogli sostenendo che l’una doveva essere la consorte dell’altro e viceversa a causa delle attività dei rispettivi padri, appropriati specularmente per la realizzazione professionale dei mariti.

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Simona Patitucci | Noi romane-Noantre

Si vedono sfilare uno dopo l’altro personaggi come Madama Lucrezia- una delle sei statue parlanti di roma-Agrippina, moglie di Nerone, Accalarenzia-l’allevatrice di Romolo e Remo-; e ancora la Fornarina- musa ispiratrice del pittore Raffaello-. Le voci di queste grandi figure imponenti e in parte quasi sconosciute per la loro influenza risuonano a ritmo della parlata tipica romana, esprimendo così un’ironia e una simpatia schietta che intrattengono piacevolmente il pubblico.

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Antonella De Angelis | Gli amici del rospo

La resa scenica non è all’altezza delle istanze portate. Gli attori, per quanto capaci di rendere la tensione emotiva della situazione, sono inseriti in un disegno scenico didascalico, approssimativo e non in grado di rendere in azione l’alta temperatura del testo.

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Jacopo Neri | Eternamente Grata

Segno caratteristico di Jacopo Neri sembra essere la ripetizione, intesa in questo caso come una sorta di storpiatura dell’ esercizio matematico sulla proprietà commutativa dell’addizione “cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia”. Il regista invece cambia l’ordine degli addendi proprio per cambiare il risultato e far procedere lo sviluppo drammaturgico.

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Compagnia Lafabbrica | La telefonata

La protagonista, che è vestita in modo scialbo al limite del ridicolo, sommerge lo spettatore con un flusso di coscienza a tratti delirante e a tratti amaro, che ha per tema l’ innamoramento per un’altra donna: una dottoressa, che è diventata l’oggetto dei desideri dell’immaginario contorto e rinunciatario della protagonista. Una dottoressa che la donna ha conosciuto dopo essersi fratturata una spalla e che pur avendola incontrata una sola volta, riempie la sua mente in maniera totale.

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Emma Dante | Odissea A/R

I giovani usciti dalla scuola di Emma Dante si cimentano con generosità in canti, danze e recitazioni dall’ atmosfera pop e al contempo dal sapore siciliano. Come un unico corpo creano e ricreano forme, dando voce a una delle più belle storie che appartengono al nostro patrimonio. Decisamente al disopra di ogni aspettativa da fine ciclo di studi accademici.

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Spanò/Brinchi | Aminta – S’ei piace ei lice

Nella messa in scena di Daniele Spanò e Luca Brinchi il mondo naturale, che rappresenta una condizione utopica di libertà, è catturato e reso immagine da sofisticate ed eleganti videoproiezioni attive su più livelli e superfici. Anche i due giovani protagonisti sono videoproiettati e appaiono inizialmente su pannelli centrali che sembrano finestre affacciate su un mitico altrove.

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Licia Lanera | Orgia

Inizialmente vestita con un look da strada, cappuccio, sottana e scarpe nere, progressivamente l’attrice si spoglia, mostrandoci con gesti essenziali e mai retorici il gioco sadico che porterà infine alla morte dei coniugi. La sua voce che cavalca magnificamente le parole radicali di Orgia, a volte è recitata dal vivo, altre volte invece è registrata e si fa strumento prevaricante, elemento che penetra il corpo dell’attrice stessa.

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Franco Branciaroli | Macbeth

L’azione perlopiù – assumendo spesso i corpi posizioni statiche – si concentra nel solo testo recitato, che a sua volta però risulta essere compassato, impacchettato da toni già orecchiati che si frappongono alla resa della ricchezza e del dinamismo del testo shakespeariano