artQ13 |collettiva |01|

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Artisti: Natalie Bewernitz e Marek Goldowski, Carlo Caloro, Britta Lenk, Gianni Trovalusci, Simone Pappalardo.

Titolo: |01|

Luogo:  artQ13, Via Nicola Coviello, 15

Dal 16 Maggio al 15 Giugno 2014

La sperimentazione artistica, nel secolo della globalizzazione, non può pensare di rimanere incatenata alla sua veste nazionale e istituzionale: una ricerca che respira è quella in grado di nutrirsi dello scambio interculturale, quella che, sapendo di perseguire progetti comuni ha bisogno di un proprio laboratorio interattivo che sappia promuovere l’intrecciarsi di diverse esperienze artistiche nell’ambito del contemporaneo.  Questo è lo spirito con cui  il 16 Maggio scorso ha inaugurato al pubblico artQ13, un nuovo spazio indipendente che espone la mostra |01|, in cui partecipano, in linea con il progetto e la genesi della galleria, anche diversi artisti da tutto il mondo: dall’ istallazione di Natalie Bewernitz e Marek Goldowski a quelle di Carlo Caloro e Britta Lenk, il tutto accompagnato dal suggestivo sottofondo sonoro realizzato dalle musiche elettroniche di Gianni Trovalusci e Simone Pappalardo. Ogni opera è naturalmente il prodotto di una personale ricerca artistica: tuttavia qualcosa ci dice che tutte le installazioni sono legate da un fondo comune, da un filo conduttore che ne costituisce l’ossatura sperimentale. 

Il lavoro di Natalie Bewernitz e Marek Goldowski prende ispirazione proprio da un ready-made di Marcel Duchamp del 1916, A bruit secret(With Hidden Noise), dal quale nasce la loro opera Unveiled Presence (NYC): usando dei registratori all’interno delle caratteristiche water towers del quartiere Dumbo intorno a Manhattan Bridge a Brooklyn, gli artisti cercano di afferrare il cuore sonoro degli spazi urbani della città di New York. L’intento è quello di riprodurre quegli spazi ad un livello visivo e acustico allo stesso tempo: la registrazione fa schizzare l’acqua sulla superficie, mentre una luce, proiettata sull’azione, riflette sulla parete bianca le caratteristiche strutture della torri.

Un’artista culturalmente impegnata come Britta Lenk non può non porsi delle domande a partire dal confronto con la scienza moderna, in un dialogo aperto tra neuroscienza e arte contemporanea:  la  lettura di un articolo sulle reti neuronali è il punto di partenza per la costruzione mentale di un’ opera come Passaggio. Le reti neuronali diventano delle luci al neon che, incastrandosi in alcuni pannelli specchiati, si riflettono moltiplicandosi: il gioco di riflessione e rifrazione riesce perfettamente a restituire una rete organica e perfettamente geometrica in grado di rievocare la perfezione naturale della disposizione neuronale.

La riflessione artistica di Carlo Caloro assume i caratteri di una proposta concettualmente e filosoficamente impegnata: la società moderna dell’iper-specializzazione rinchiude l’uomo nei rigidi confini del materialismo e lo costringe nella rete del calcolabile e del predittivo. All’ inquietante tendenza alla misurazione dell’umano si deve e si può rispondere solo con la produzione di altre macchine in grado di innescare il lato umano dell’esperienza, così, come ci spiega l’artista, se è possibile dare una spiegazione meccanica delle macchine che egli costruisce, non si può dire altrimenti ‹‹dell´esperienza che vivo e ciò che provo di fronte ad una macchina invece che un’altra››. Da questa considerazione nascono le opere di Carlo Caloro, Lumpenwringer(Lo strizza stracci) e Soglie, dalla cui fruizione è possibile cogliere un altro aspetto della controtendenza nei confronti della deriva materialistica: le soglie non sono altro che uno spazio liminale in cui l’uomo dall’anonimato diventa soggetto speciale investito di uno status sociale che rende lo spettatore parte integrante e inesauribile dell’opera.

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Autore

Ivan Altieri

Laureando presso la facoltà di Filosofia dell'Università la Sapienza di Roma, prosegue con passione i suoi studi in Estetica, confrontandosi con i problemi della contemporaneità sia in ambito filosofico che artistico.

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