This is Rome

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Il 17 e il 18 ottobre, nell’antica cornice di Palazzo Incontro, si è svolta la manifestazione “This is Rome”. L’evento organizzato da Snob Production e Progetto ABC Arte Bellezza Cultura della Provincia di Roma, in collaborazione con Carhartt, Settembrini e Fandango Incontro ha visto coinvolti l’arte, la musica e il cibo.

 

This is Rome

A cura di ABC, Snob Production, Carhartt, Roma Provincia Creativa, Settembrini e Fandango Incontro
Artisti: Aira, Oblivious Artefacts, Valeria Crociata, Quiet Ensemble, Elsewhere Factory, The Laught, Luca Laurenti “Mklane”, Alice Pasquini, Irene Rinaldi, Santasangre, Daniele Spanò, Lorenzo Ticci Cancelletto, Chiara Tomati.

17 e 18 ottobre 2012
Palazzo Incontro
Via dei Prefetti 22, Roma

Come afferma il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti: «L’energia del XXI secolo sono le idee» e il fine di This is Rome è proprio questo: dare risalto alle nuove idee che si sviluppano nella capitale, permettendo ai giovani talenti di mettersi in mostra, giovani che con perseveranza e pazienza cercano di raggiungere il proprio obiettivo.
Nato nel 2007, nella dimensione del “club”, il festival ha sempre focalizzato la sua attenzione sul mondo musicale della capitale. Nell’edizione del 2012 invece, This is Rome ha inglobato anche l’ambiente dell’illustrazione, dell’urban art, delle installazioni audiovisive e, infine, in collaborazione con Afrodisia e Ornella Cicchetti, gli assaggi di street food.
Entrando nella libreria Fandango, con la possibilità di perdersi tra i mille titoli che il posto offre, si era attratti dai suoni, che invitavano a procedere per raggiungere gli altri locali, in cui la musica dei vari gruppi si mescolava al cibo e alle sue sperimentazioni; l’ultimo passo conduceva alle sale espositive.
Il passato si è fatto contenitore del futuro: da poco restaurate e dislocate su due piani, le stanze dai soffitti a cassettoni di Palazzo Incontro hanno ospitato artisti diversi per formazione e tecniche usate: Valeria Crociata ad esempio, illustratrice e graphic designer, ha presentato opere grafiche e “Marco”, un’installazione realizzata per il festival di “Seminaria Sogninterra” (Maranola, Formia), che indaga l’origine e l’uso delle luminarie nelle feste popolari. Interessante per la reazione del pubblico è stato il lavoro di Oblivious Artefacts, collettivo che si muove tra Roma, Palermo e Berlino, e che combina la scultura con le performance e le videoinstallazioni: all’interno di una stanza quasi buia, le scene di fulmini e temporali erano accompagnate da suoni che rievocavano gli stessi; se alcuni visitatori ne erano attratti, altri se ne allontanavano con volti spaventati.
Le fotografie di The Laught, invece, ritraevano persone nel prima e dopo serata, con la finalità di indagare sul tempo libero e sull’uso che ne facciamo. Interessanti sono stati anche i lavori di Irene Rinaldi, che sperimenta le tecniche di stampa, dando loro una sua personale interpretazione e producendo miniedizioni, e di Luca Laurenti “Maklane”, illustratore capace di disegnare con qualsiasi cosa: un mouse, una matita, i resti di un caffè, prediligendo i singoli momenti alle grandi storie.
Ancora Alicè ha portato in uno spazio chiuso l’urban art, vale a dire quell’espressione tipica dei grandi spazi metropolitani, adattandola perfettamente al contesto del festival.
Daniele Spanò invece ha giocato con porte che si aprono e si chiudono, sovrapponendo la videoproiezione alla realtà della materia. E infine singolare è l’opera dei Quiet Ensemble: due palloncini, spinti dall’aria di un ventilatore, roteavano casualmente nella stanza, incontrandosi e allontanandosi; un po’ come avviene nella vita: alcune persone le incontriamo per perderle di vista e rincontrarle nuovamente.
Insomma due giorni intensi per esplorare il substrato culturale di Roma, con la speranza che questo emerga tutti i giorni dell’anno.

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Autore

Carmen Capacchione

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