The happy prince

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Film: The happy prince (l’ultimo ritratto di Oscar Wilde)

Casa di produzione: Maze Pictures, Entre chien et loup, Palomar

Distribuzione: Vision Distribution

In uscita: 12 aprile 2018

The happy prince

è il primo film diretto da Rupert Everett, di cui è anche sceneggiatore e interprete. Everett nel corso della sua carriera teatrale e cinematografica si è trovato diverse volte a dover vestire i panni di Oscar Wilde ma questa volta è diverso, questa volta dovrà sdoppiarsi, avere quattro occhi. Gli occhi del principe felice, e gli occhi del regista che lo dirige. Trasformarsi in una marionetta impazzita senza fili.

Ma chi è quest’uomo

che a sessant’anni ha deciso di mettersi per la prima volta dietro la macchina da presa? Facendo così avverare il suo più grande sogno? L’attore britannico ce l’ha confessato durante la conferenza stampa a fine proiezione, raccontando che ha dovuto sacrificarsi per questo film, anni e anni sono passati per raggiungere il budget adatto per realizzare questo splendida biografia.

Rupert Everett

debutta a teatro nel 1981, con il ruolo di Guy Bennet nella produzione West End nella commedia di Julian Mitchell: Another Country. Ha poi ripreso lo stesso ruolo nella versione cinematografica del 1984 con a fianco Colin Firth, il suo più grande compagno di viaggio in tutta la sua carriera, non a caso ritroveremo Firth in Happy Prince nel ruolo di Riggie Turner, il migliore amico dello scrittore. Non possiamo dire sia solo un caso. Everett prenderà parte a molti film nel corso della sua carriera, aggiudicandosi nomine come attore esordiente cinematografico ai BAFTA fino ad arrivare ad avere una candidatura ai Golden Globe per il ruolo da confidente di Julia Roberts nel film “Il matrimonio del mio migliore amico”.

Nel 2013,

e questo non è un altro segno del destino, vince il premio WhatsOnStage Awards per la performance in The Judas Kiss dove interpreta Oscar Wilde. Rupert si appassiona sempre più al famoso scrittore ottocentesco, leggendo tutto su di lui, ogni suo libro, ogni suo documento, ogni testimonianza della sua esistenza. Fino a portarlo al cinema.

 

The happy prince parla del periodo in esilio di Oscar Wilde,

periodo in cui lo scrittore era costretto a nascondersi per l’Europa dietro falsi pseudonimi; un primo periodo nel sud della Francia dove raggiunge il suo fedelissimo amico Robbie Ross e un secondo periodo di fuga a Napoli con il terribile Alfred Bosie Douglas un uomo egoista ed egocentrico, di famiglia borghese britannica, di cui Wilde però era completamente innamorato. Fu lui l’uomo per cui Il poeta venne accusato di atti osceni e poi esiliato, lui l’uomo che gli distrusse l’anima e la dignità, lui l’uomo che lo allontanò dalla sua vera famiglia promettendogli vero amore.

Non dimentichiamo che Wilde

si era sposato e aveva due figli. Nel film infatti vediamo la moglie Costance Holland, interpretata dalla bravissima Emily Watson, distrutta psicologicamente ma ancora innamorata, tanto da rispondere alle lettere dell’ex marito fino a concedergli un possibile ultimo incontro. L’ultima tappa dell’esilio è a Parigi dove l’uomo aveva deciso che sarebbe morto.

Una storia travagliata,

ricca di suspense, che ci tiene incollati davanti allo schermo, fino all’ultimo istante, fino all’ultimo respiro del poeta. Un uomo troppo sensibile per questo mondo, un uomo pieno d’amore ma ucciso dal giudizio dalla gente, dall’umiliazione. La sua anima autentica, da vero principe, viene calpestata in ogni forma.

Questo film

affronta il tema dell’omosessualità nella società ottocentesca britannica. Essere omosessuali era considerato un reato, bisognava nasconderlo e se si usciva allo scoperto si era segnati a vita. Senza sfociare troppo nella banalità possiamo benissimo dire che, per quanto si racconti di una società storicamente remota, le tematiche trattate, purtroppo, sono attuali.

Noi vogliamo un mondo dove i principi possano essere tutti felici, e tu?

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Studentessa all'università di RomaTre Indirizzo cinema, televisione e nuovi media.

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