TdV9 | Musica

0
CONTENUTI ARTISTA-COMPAGNIA

Evil Twin

 
manifestazioni sonore a cura di  Amptek, Rinus Van Alebeek, Simone Pappalardo/Gianni Trovalusci, Orchestra Circuiterie, Muvic, Evil Twin, Samuel Kerridge
 

1 novembre 2015, Macro – Museo di Arte Contemporanea Roma
La prima giornata di Teatridivetro 9, rassegna che dal 2007 si occupa di indagare l’orizzonte artistico contemporaneo, trovando e portando al pubblico realtà che rispecchiano il binomio di multidisciplinarità di tecniche e di pura fragilità – intesa come sincero specchio di una società fragile che ha poca voglia di parlare di sé –, si è svolta interamente negli spazi del Museo Macro nel quartiere Salario ed ha avuto come tematica portante la manifestazione sonora. Live set, videomaking, installazioni, performance e video sonorizzazioni si sono alternate negli spazi del museo, tutte con la costante di una drammaturgia espressa e valorizzata dall’aspetto acustico.

La fitta schedule di appuntamenti prevedeva l’alternarsi di sette realtà molto differenti fra loro, di cui è stata possibile una fruizione quasi completa. Di seguito un diario della giornata trascorsa errando fra gli ampi spazi del Museo, alla ricerca di artisti con cui parlare o semplicemente da spiare ed ascoltare attraverso le loro creazioni.

Samuel Kerridge1

Samuel Kerridge

Il primo “contatto” sonoro stabilito è stato con l’olandese Rinus Van Alebeek, che portava Dormyoga direttamente alle cuffie di coloro che si sarebbero connessi con lui – e con la radio On-Air di Berlino, sulle cui web-frequenze sarebbe andata in onda la performance. Questo mi ha permesso di non essere presente all’inizio della performance – che sarebbe stata alle 15:30 –, ma di errare per le strade di Roma con un paio di cuffie collegate al mio dispositivo e a Rinus, venendo trasportata in un’altra dimensione, fatta di echi di suoni umani, rumori e vibrazioni di natura meccanica. La sensazione era quella di ritrovarsi in uno spazio lontano e di entrare in connessione con manifestazioni di un’umanità dispersa e dimenticata. Purtroppo la performance non ha avuto la durata di un’ora e mezza prevista, questo perché nell’ambiente del museo c’erano una quantità di suoni e rumori che non hanno permesso a Van Alebeek di focalizzarsi sull’ascolto di ciò che avrebbe prodotto. Fortunatamente il giorno successivo – 2 novembre – ha potuto riproporre la performance alle ore 17:00, creando uno spazio sonoro dal nome Radio di Vetro. Lo spazio adibito alla performance  era nel foyer del museo, dove erano stati posizionati anche tappetini da yoga, funzionali ad un ascolto rilassato perso fra sogni e pensieri dai suoni variegati e intensi, magistralmente legati tra loro dall’artista. Il lavoro era interessante e permetteva un fruizione privata e intima. Nel frattempo nella sala Cinema andava in loop – dalle ore 15:00 alle 19:00 – la video retrospettiva sul lavoro di Alex Marenga aka AMPTEK, che in occasione dell’evento presentava anche la nuova produzione video Plastic Mother Nature. Marenga ha proiettato una serie di commenti visuali ad alcuni brani che ha prodotto nel corso della sua carriera. Creati con le più svariate tecniche, dalla ripresa lo-fi del telefonino alla telecamera HD, questi video – con la relativa produzione elettronico-acustica – presentano diversi momenti della carriera di Marenga, fino all’ultima realizzazione, lavoro che prende ispirazione e che celebra i 45 anni dall’uscita del disco dei Pink Floyd Atom Heart Mother e che utilizza “le melodie e le sequenze ritmiche, in formato midi, appartenenti alla suite dei Pink Floyd per pilotare dei sintetizzatori che hanno eseguito temi e sequenze completamente diverse; una sorta di ricollocazione elettronica degli intervalli componenti il brano originale all’interno di un nuovo contesto”. Osservare il lavoro di Marenga è stato ritrovarsi in un luogo dove rifugiarsi per ricaricarsi, grazie alle melodie elettroniche dell’artista. Solo alle ore 16:00 il loop di Marenga è stato interrotto per presentare l’opera video Wells di Walter Paradiso, sonorizzata dal vivo dall’Orchestra Circuiterie. Questo collettivo artistico ha restituito al pubblico presente l’atmosfera delle immagini portate e montate da Paradiso; il pubblico è stato portato in luoghi che simboleggiano una discesa nel ventre della terra, attraverso spaccature, pozzi millenari, cavità, in cerca della riscoperta di ciò che è dimenticato, ma che è profondo nella radice dell nostra cultura. Alle ore 17:00 l’appuntamento previsto era con il live di Pappalardo/Trovalusci presso la loro installazione Rizoma/Alcina, nello Spazio Area del Macro. L’orizzonte dello spazio – sul cui filo troneggiava la scritta del museo Are you really sure that a floor can’t also be a ceiling? di Mies van der Rohe – era costituito dalla presenza di vere e proprie sculture sonore – costruite dallo stesso Pappalardo – dalla forma di piante contorte, “bocche” da cui uscivano echi di racconti sul tema della luce, mescolati a suoni e frequenze create partendo da dati statistici presi da internet, attuando la ricerca fra le pagine di social network della parola luce. Queste piante sonore sembravano rispondere al richiamo di una fata, un flauto, suonato da Trovalusci, che mescolava una tradizione musicale più colta a quella contemporanea cercata – e composta – da Pappalardo. Suoni che erano in grado di illuminare, di portare l’ascoltatore a chiudere gli occhi e a concentrarsi sull’atmosfera, proiettando nella mente un giardino di misteri e racconti favolosi. Mentre questo appuntamento portava istintivamente a chiudere gli occhi e a farsi cullare dalla sonorità, quello successivo delle 18:00 nella Sala Rossa ha decisamente portato l’ascoltatore e diventare anche spettatore. Le immagini di Stalker del regista russo Andrei Tarkovskji, destrutturate e ricampionate dal duo Muvic – ibrido fra movie music, che coniuga deformando l’audio e le immagini del film – accompagnavano il lavoro e rapivano letteralmente. Se già il film puro era in grado di creare una continua sospensione fra realtà e sogno, la sonorizzazione live di Andrea Lepri e Paolo Baldini aumenta la potenza espressiva suggerita dalle immagini. Il risultato è quello di una drammaturgia sonora aggiunta a quella dello stesso film, in una fusione organica in favore della simbologia del capolavoro di fantascienza filosofica del 1979. L’ipnosi è totale, e – passatemi il termine – il trip è d’impatto e garantito: è impossibile sottrarsi al sapore psichedelico della performance, nutrita da un gusto per il suono di una qualità alta – e rara. Alle 19:00, nello stesso spazio, è stato il turno del duo Evil Twin, progetto musicale nato nel 2012 dall’incontro fra Alberto Boni e Simone Antonioni. Dopo un inizio di carriera focalizzato sul dj set, il duo ha seguito l’esigenza di creare un’opera propria. Ayin è il risultato di un anno di lavoro dal carattere indipendente, che porta con sé le sperimentazioni e le ricerche dei due giovani compositori. Suoni di drum machines, registrazioni di paesaggi sonori fusi a suoni di chitarra che sono testimonianza di voci lontane caratterizzano la produzione, facendoci viaggiare in luoghi oscuri e tempi remoti. La serata si avvia alla conclusione, riposta interamente nelle mani del berlinese Samuel Kerridge e del suo live set, predisposto per le 21:00 nel foyer del museo. Sul mac del giovane musicista – e producer – un adesivo dichiara CONTORT, e permette di fantasticare sul mondo di suoni che potrebbe caratterizzarlo. La performance non delude le aspettative, rivelando lo stile caratteristico dell’autore, un’ipnosi ritmica che ci porta alla memoria  il rumore industriale,  a tratti violenta, a tratti più calma come un suono attutito, ascoltato sotto il pelo dell’acqua. La ritmica è perforante come un martello pneumatico e la densità sonora fa letteralmente vibrare le pareti del Macro, che per sempre avrà, nelle mura, testimonianza di questa prima giornata del festival, una giornata artisticamente eterogenea, stimolante, da non perdere assolutamente. E per fortuna i muri hanno le orecchie, ed anche Nucleo.

Muvic

Muvic

Ecco i link delle interviste fatte ad alcuni artisti: AMPTEK, Walter Paradiso, Rinus Van Alebeek, Simone Pappalardo

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Ludovica Avetrani

attrice, danzatrice, curiosa. caporedattrice delle sezioni di teatro e danza. odia le maiuscole.

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi